Cristo Re? Ma se ha l'aspetto di un perdente!


24 novembre 2013
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario – C
Solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo
2Sam 5,1-3 ; Sal 9 ; Col 1,12-20 ; Lc 23, 35-43
Questa domenica, oltre ad essere la 34 del tempo ordinario e la pasqua settimanale, è l’ultima domenica dell’anno liturgico, con domenica prossima inizierà l’avvento e quindi un nuovo anno. Ma non solo, con questa settimana volge al termine anche il ciclo liturgico triennale. Le letture domenicali seguono un ciclo di tre anni e quella che oggi stiamo celebrando è l’ultima domenica dell’anno C, l’ultimo anno del ciclo. Possiamo così dire che siamo alla fine di tutto, ma secondo le riflessioni che nelle scorse settimane abbiamo fatto insieme sarebbe opportuno dirci che siamo all’inizio del fine a cui siamo diretti. La tentazione è quella di dire: tutto è finito … non ha più senso nulla … è necessario ricominciare daccapo perché non siamo stati in grado di far bene le cose … è stato tutto inutile …
Ma è proprio vero? Le letture di oggi, in particolare il Vangelo ci aiutano a rispondere.
Quell’uomo sulla croce sembra un fallito, tutto il suo predicare, il suo andare a destra e a manca, pare essere stato inutile, i suoi seguaci se ne sono andati ma … sul palo della croce c’è un’iscrizione: Gesù Nazareno Re dei Giudei. INRI. Come è possibile? Come ci si comporta davanti ad un re? Chi ha il coraggio di ridurre ad una pezza da piedi un re? E per di più nella sua patria?
Tutto pare essere finito, le speranze di tanti giudei paiono sprofondare nel nulla, nell’abisso della morte. Ma c’è quell’ultima frase che abbiamo sentito: “Oggi con me sarai nel paradiso”. Cosa avrà mai voluto dire? È forse un segno di speranza? Quando si dice che la speranza è l’ultima a morire … forse vuol proprio dire tutto questo.
Noi sappiamo, perché conosciamo come segue questa storia, che in effetti non è il momento della fine. Non sappiamo che quel cartello sul palo della croce dice il vero. Noi sappiamo che siamo difronte alla fine di un atto di una storia ben più lunga.
In questo giorno, con queste letture noi celebriamo la solennità di Gesù Cristo Re dell’universo. Cosa significa?
Facciamo un passo indietro. Quando entriamo in una chiesa quale gesto dovremmo fare prima di tutto? La genuflessione. E davanti a chi si fa la genuflessione? Avete visto le cronache di Narnia? Primo episodio: cosa succede quando Aslan compare per la prima volta nell’accampamento? Tutto si inchinano, si genuflettono. E nel re leone? Cosa succede quando il piccolo Simba viene alzato ed il sole lo illumina? Tutti gli animali si genuflettono.
Quanti altri esempi potremmo fare! Noi entrando in chiesa ci dovremmo genuflettere, ma difronte a chi? Ad un muro? Ad una porticina dorata? Ad un pezzo di pane? Ad un pezzo di legno? Noi crediamo che quel pezzo di legno che chiamiamo crocefisso, rappresenti il Re dell’universo. Noi crediamo che quel piccolo pezzo di pane è lo stesso Re dell’universo presente in mezzo a noi.
Il nostro Re non ama stare seduto su troni di marmo, non ama vestiti sfarzosi e non gradisce accessori dorati. Il nostro Re ha un trono formato da due pali di legno incrociati, ha una corona fatta di spine, ha l’abito più dignitoso che potrebbe indossare, un corpo umano, e per scettro tiene in mano dei chiodi. Questo è il Re davanti al quale inchiniamo il nostro capo, questo è il Re al quale promettiamo sottomissione ogni volta che entriamo in chiesa (questo significa la genuflessione), questo è il Re al quale affidiamo la nostra vita.
Signore Gesù, tu stai in mezzo a noi ed io con troppa superficialità compio gesti che potrebbero dire tutto il mio amore per te ma … non so bene perché li compio. Aiutami a contemplarti ed a riconoscerti come il mio Signore, aiutami a comprendere fino in fondo cosa significa farmi piccolo, stare piegato, inginocchiato davanti a te.
Il tuo Spirito illumini la mia mente ed il mio cuore perché possa riconoscere la tua autorità ed il tuo desiderio di farmi come piccolo semplice ed umile come te.
Amen

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