In cammino verso la fine o verso il fine?


10 novembre ’13
XXXII domenica del Tempo Ordinario – C
2Mac 7,1-2.9-14 ; Sal 16(17) ; 2Ts 2,16-3,5 ; Lc 20.27-38
In questa 32^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la parola di Dio ci mette sotto gli occhi, la questione delle realtà ultime, quelli che il catechismo chiama “novissimi”. Siamo ormai agli sgoccioli dell’anno liturgico, ancora tre domeniche e ci troveremo all’inizio dell’avvento e con questo inizierà un nuovo ciclo liturgico. Anche le letture quindi ci pongono di fronte la tematica della fine e quindi dell’inizio. Con queste parole per noi è molto facile cadere nell’erronea interpretazione della reincarnazione. In realtà sarebbe meglio se dicessimo della tematica del fine che è il compimento della nostra esistenza: la pienezza di tutte le cose: la vita eterna.
Quali sono i novissimi. Morte, giudizio, inferno e paradiso. Sono queste le quattro finestre spalancate verso il Regno di Dio. Le letture oggi ci portano a riflettere su quelle ultime due realtà che spesso noi opponiamo l’una all’altra: l’inferno e il paradiso.
Sono convinto che siamo più preoccupati di cercare descrizioni o cartine geografiche di questi luoghi che non di crederci. Pensando all’inferno subito immaginiamo il fuoco dei castighi, ringraziando Dante a scuola mi è capitato anche di osservare delle belle cartine geografiche del suo inferno. Se poi pensiamo al paradiso ci viene in mente la pubblicità del caffè o qualche film con l’ufficio di san Pietro tutto bianco senza pareti ma completamente immerso in bellissime e candide nuvole. 
Ma la questione fondamentale non è come è fatto l’inferno o il paradiso, la questione è: io ci credo oppure no? Perché posso vedere le immagini più belle del paradiso, ma se non ci credo non potrò mai desiderarlo. Al contrario pur non conoscendone la cartografia, se ci credo farò ciò che mi è possibile per scoprirlo.
I novissimi sono tali perché sono misteri, una volta svelati non hanno più senso di essere per me. Non hanno più senso di essere perché io ci sono dentro e quindi non avrò neppure bisogno di sforzarmi per comprenderli, li vivrò dall’interno. Morte, Giudizio, inferno e paradiso sono realtà divine, e io, uomo, non potrò comprenderle finché non le vivrò con Dio e in Dio.
Diversamente potrò iniziare a crederci e a preparami il meglio possibile per l’incontro con esse.  Ammettiamo che io parta per una meta sconosciuta (l’Australia), potrò informarmi finché voglio su quella meta, ma fino al momento in cui potrò mettere i piedi su quella terra non potrò mai farmi un’idea mia. Addirittura, potrei dubitare della sua esistenza finché non scendo dall’aereo e inizio a camminare su quella terra fino allora sconosciuta, ma questo non significa che quella terra non esisteva prima del mio arrivo.
Quante cose sono sconosciute a me in questo universo eppure esistono e grazie a esse la vita è possibile. 
Signore Gesù aumenta la mia fede, aiutami a non banalizzare i misteri che la tua Parola mi consegna. 
Spirito Santo stimola in me il desiderio di continuare a camminare verso il fine di questa vita che mi hai consegnato.
Padre santo fa che un giorno possa incontrarti faccia a faccia per godere in eterno, insieme ai nostri cari, della tua visione beatifica.
Amen

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