A partire dalle "profondità" dell'uomo
26 gennaio 2014
III domenica T.O. – A
Is
8,23b-9,3 ; Sal 26(27) ; 1Cor 1,10-13.17 ; Mt 4,12-23
La
Parola di Dio di questa terza domenica del tempo ordinario, Pasqua della
settimana, mi ha riempito di speranza. Spero faccia lo stesso effetto anche a
voi.
Ci
troviamo all’inizio del viaggio di Gesù per le vie della Palestina ad
annunciare il suo messaggio, è solo, comincia così il suo viaggio. Matteo ci
dice che Gesù, “lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del
Mare”. Non è andato certo a prendere il sole! Perché va a Cafarnao? C’è
qualcuno che ha pensato di rileggere il ministero teologico di Gesù seguendo la
geografia dei suoi spostamenti. È una cosa un po’ strana ma … almeno per questo
spostamento che oggi stiamo contemplando mi pare sia buona. Nazareth si trova a
circa 400 m s.l.m. mentre questo mare di cui si parla, che è il lago di
Tiberiade, si trova a 213 sotto il livello del mare. Gesù fa un viaggio in cui
compie un profondo abbassamento nelle viscere della terra. Quasi a dire che vuole
cominciare il suo lavoro sin dalle radici dell’umanità, non si accontenta di
ciò che sta in superfice. Teniamo poi presente che la terra di Zabulon e di
Neftali p terra di confine, una terra dove gli scambi con i pagani sono
all’ordine del giorno, una terra dove il peccato è pane quotidiano, una terra
da lasciar fuori dalle proprie strade per i detentori della legge. Potremmo
dire che si tratta del Bronx della Palestina. Ecco, Gesù inizia proprio da qui.
Non solo, in questa terra, in mezzo a questa gente chiama i suoi primi
discepoli. Tutto questo ha dell’incredibile. Nessun Maestro in Israele avrebbe
mai fatto suoi amici gente di questi posti eppure Gesù ha qualcosa di diverso
dagli altri.
Perché
dico che tutto questo mi ha dato speranza: perché se dei disperati pescatori di
quella terra sono potuti diventare amici di Gesù, e che amici, lasciatemelo
dire, beh, forse anche per me, per ognuno di noi la porta è non solo aperta ma
spalancata.
Giovanni
Paolo II all’inizio del suo pontificato ha urlato: “Aprite, anzi spalancate le
porte a Cristo”. È ciò che hanno fatto quei quattro pescatori. Non sapevano
cosa volesse quel tale, magri non sapevano neppure chi fosse, Gesù non era
ancora famoso in tutta la Palestina, eppure hanno lasciato tutta e lo hanno
seguito, cosa avranno visto in Gesù? Cosa avranno sentito a quelle parole
rivolte in quel modo così gratuito? “Venite dietro a me, vi farò pescatori di
uomini”. Gesù non cerca seguaci nelle più grandi università del mondo, Gesù non
cerca menti eccelse per portare nel mondo la sua Parola, Gesù sceglie uomini
semplici, sceglie uomini sui quali nessuno investirebbe. Anche oggi Gesù
sceglie così per le vie dei paesini più dispersi, là dove nessuno andrebbe a
mietere Lui raccoglie grandi frutti.
Venerdì
ricorderemo S. Giovanni Bosco, il patrono della gioventù e di tanti oratori
(anche se per correttezza di cronaca dobbiamo segnalare che a Bergamo, Milano e
Brescia già esisteva qualcosa di simile agli oratori e che don Bosco venne a
vedere cosa i nostri preti stavano facendo con i giovani). Don Bosco andò a
cercare i suoi giovani proprio tra gli ultimi di Torino, tra i carcerati e gli
orfani che affollavano le vie della città. Un esempio di attualizzazione del
Vangelo, uno stimolo per vedere in ogni ragazzo, giovane, adulto quella
possibilità sempre nuova per riscattarsi e rinnovarsi.
Signore
Gesù, con troppa difficoltà noi ci preoccupiamo troppo di noi stessi e non riusciamo
a scorgere la tua voce che ci chiama a seguirti. Aiutaci a guardare oltre le
nostre piccolezze e difficoltà, apri i nostri cuori alla tua chiamata, fa che
in ognuno di noi cresca il desiderio di divenite tuoi amici e seguirti per le
strade che stai percorrendo.
Gesù,
il nostro sguardo sugli altri, ed in particolare sui ragazzi, è troppo
facilmente negativo, aiutaci a credere fortemente che i ragazzi cattivi non
esistono, esistono invece ragazzi che commettono cattive azioni. Donaci la
capacità di entrare nel cuore dei giovani per aiutarli a scoprire il bello che
tu hai seminato in ognuno di loro.
Amen
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