Liberati dalla cecità per illuminare il mondo


30 marzo 2014 
IV domenica di Quaresima – A
1Sam 16,1b.4.6-7.10-13 ; Sal 22(23) ; Ef 5,8-14
In questa quarta domenica di Quaresima, Pasqua della settimana, la parola di Dio ci parla di illuminazione. 
La prima lettura e il Vangelo hanno qualcosa di molto comune, i protagonisti della scelta di Dio sono all’insaputa di tutto. Davide è il fratello più piccolino che sta pascolando il gregge quando il padre lo manda a chiamare altrimenti nessuno si siederà a tavola per il pranzo. Del cieco del vangelo si dice soltanto che Gesù passa e lo vede. Queste due persone, per chi viveva accanto a loro, erano nessuno. Eppure il Signore sceglie proprio loro perché «Non conta quel che vede l’uomo […] il Signore vede il cuore» (1Sam16,7). 
Nelle nostre vite facciamo di tutto per poter essere qualcuno: investiamo soldi e tempo nello studio, cerchiamo di accaparrarci amici che possono fare il nostro nome nei posti giusti, abbandoniamo amici e famigliari pur di avere un nome scritto negli elenchi giusti. Ma cosa stiamo diventando? Facciamo di tutto per essere qualcuno agi occhi degli altri, ma agli occhi di noi stessi chi siamo? Spesso ci guardiamo allo specchio e ci troviamo difronte uno sconosciuto. Facciamo ciò che non vorremmo fare e ci leghiamo a persone che non sopportiamo. 
Oggi la Parola di Dio ci invita ad imparare ad invertire la prospettiva con cui ci guardiamo: non più come gli altri ci vedono ma come Dio ci vede cioè come siamo veramente. Scopriamo così di esser delle persone luminose, splendide, che hanno un valore fuori dal normale. Siamo belli per ciò che siamo, non per ciò che vorremmo essere. Non ve lo dice mai nessuno quanto siete belli? Io penso veramente di aver di fronte a me delle persone splendide! Certo per al mondo … da fastidio avere persone che ci vedono, che sanno camminare da sole, che non hanno più bisogno di qualcuno che scelga per loro … ecco quindi che anche chi ha visto il grande miracolo, un cieco dalla nascita che improvvisamente inizia a vedere, … al posto di spalancare gli occhi e meravigliarsi inizia ad insinuare il sospetto. Certo, quel tale che fino ad un attimo prima dipendeva totalmente da me, ora … va per la sua strada. 
È il fango in cui la società attuale ci immerge ogni giorno, giornali, telegiornale, programmi televisivi, internet, pubblicità, canzoni, programmi radio, sono fango che in continuamente viene spalmato sui nostri occhi per impedirci di vedere chi siamo veramente. Il Signore Gesù oggi di dice: «Va a lavarti nella piscina di Siloe» che significa ‘inviato’. Perché quel cieco, che non porta nome, perché è ognuno di noi, quel cieco ora sarà colui che il Signore invierà a tutti i popoli per annunciare la sua salvezza. Quel cieco diventerà guida per quei maestri della legge che credono di vedere meglio di tutti gli altri. Il giovane Davide, semplice pastore, diventerà re del popolo di Israele. 
Ognuno di noi è chiamato a essere qualcuno di molto grande agli occhi di Dio, è necessario avere il coraggio di lasciarsi guardare da Lui per scoprire ciò che veramente siamo. 

Signore Gesù è troppo facile restare intrappolati negli imbrogli che il mondo pone sul mio cammino. A volte, oltre che facile, è anche comodo. Di questo passo diventeremo tutti delle macchine che rispondono ai comandi di pochi che saranno al potere. E gli affetti? Dove li sto lasciando? Non voglio più bene a me stesso ma neppure a coloro che mi stanno vicino, a coloro che realmente mi amano e soffrono nel vedermi spento. 
Aiutami Signore a vedermi con i tuoi occhi, a scoprirmi per ciò che sono e non a trasformarmi in ciò che gli altri vogliono di me. 
Aiutami a riconoscere le grandi doti che mi hai donato, dammi il coraggio di farle fruttare e di non tenerle tutte per me. 
Fammi un tuo inviato speciale in questo mondo. Rendimi contagioso del tuo desiderio di ridonare la vista a tutti quei ciechi che oggi nel mondo si lasciano portare in giro come delle marionette. 

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