Dove abiti?
18 gennaio 2015
II domenica del Tempo Ordinario
1Sam
3,3b-10.19 ; Sal 39(40) ; 1Cor 6,13c-15a.17-20 ; Gv 1,35-42
La
domenica del battesimo di Gesù, che abbiamo festeggiato la scorsa settimana, fa
da ponte tra il tempo di Natale e il tempo ordinario. La settimana appena
passata, infatti, era la prima settimana del tempo ordinario ed oggi ci
troviamo quindi nella seconda domenica di questo tempo liturgico.
Quest’oggi,
pasqua della settimana, nel Vangelo spicca una domanda: “Maestro dove dimori?”.
Tale
domanda nasce nel cuore di due discepoli del Battista invitati a guardare Gesù
e a seguirlo. Gesù, probabilmente, sentendosi seguito e osservato si volta e
chiede loro: “Che cosa cercate?” e
loro rispondono “Maestro dove abiti?”
Tutto
questo sembra non aver molto senso ecco perché è importante porre qui la nostra
attenzione.
La
chiave di tutto è proprio la domanda “Dove
dimori?”
“Andarono e videro dove abitava e quel giorno
rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio”.
Cosa
ci interessa che ore erano? Invece è un appunto importante. Il fatto che quei
due ricordano l’ora ci dice come quel dimorare
presso di lui è stata un’esperienza molto significativa, potremmo dire
un’esperienza che ha segnato la loro vita, infatti noi sappiamo che non sono
stati con lui solo quel pomeriggio ma poi hanno trascorso i successivi tre anni
al suo fianco per le strade della Palestina ed il resto della loro esistenza
nel portarlo in tutto il mondo.
Quell’incontro
è stato fatale.
Ma
tu ti chiedi mai dove abita Gesù? Glielo hai mai chiesto?
C’è
qualcosa nella tua esistenza che ti spinge a chiedergli “maestro dove abiti?” C’è qualcuno nella tua vita che ha stimolato
in te il desiderio di ricercare la Sua dimora?
Se
questo non è avvenuto, è per due motivi. Ce li indica la prima lettura: il
primo è che, come Samuele, non abbiamo ancora conosciuto il Signore; il secondo
è che non abbiamo ancora incontrato il nostro Eli o il nostro Giovanni Battista
o abbiamo visto bene di stargli alla larga.
C’è
un grande santo che nella sua disperata adolescenza e giovinezza (età
privilegiate per questo genere di ricerca) ha trascorso gran parte del suo
tempo studiando le più diverse filosofie e passando dalle più disparate
religioni o pseudo religioni del suo tempo. Un giorno come una scintilla illuminò
la sua mente e comprese, e disse:
Tardi ti ho amato, o bellezza tanto antica e
tanto nuova, tardi ti ho amato! Ecco, tu eri dentro di me, io stavo al di
fuori: e qui ti cercavo, e deforme quale ero, mi buttavo su queste cose belle
che Tu hai creato. Tu eri con me, ed io non ero con te, tenuto lontano da Te
proprio da quelle creature che non esisterebbero se non fossero in Te. Mi
chiamasti, gridasti, e vincesti la mia sordità; folgorasti il tuo splendore e
mettesti in fuga la mia cecità; esalasti il tuo profumo, lo aspirai ed anelo a
Te; ti degustai, ed ora ho fame e sete; mi toccasti, ed ora brucio di desiderio
per la tua pace.
Sono
le parole del grande Agostino, sono un meraviglioso commento alle letture di
quest’oggi, sono una meravigliosa risposta alla divina chiamata che Gesù fa ad
ognuno di noi.
“Dove
abiti Gesù?” deve essere il grido che da ognuno di noi deve sorgere ogni
giorno.
La
risposta? Ce la consegna San Paolo nella seconda lettura. Cercatela e stupitevi
di quanto vi dice. Nulla di nuovo certo ma è la cosa più grande che potesse mai
accaderci.
Sia lodato Gesù Cristo
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