Sei tu geloso per me?

Domenica 27 settembre 2015
XXVI domenica TO – B
Nm 11,25-29 ; Sal 18(19) Gc 5,1-6 ; Mc 9,38-43.45.47-48
In questa 26 domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci mostra un piccolo passo avanti dei discepoli.
Se vi ricordate nelle scorse settimane abbiamo visto il peccato di Pietro che voleva mettersi davanti al maestro per insegnargli la strada e abbiamo visto i discepoli discutere tra di loro per vedere chi fosse il più grande. Il peccato originale: l’uomo vuole essere grande come Dio.
Oggi il vangelo ci mostra un piccolo passo avanti, ora i nostri amici discepoli ragionano come gruppo: “abbiamo visto … volevamo …”; ma il problema persiste. Infatti noi li sentiamo dire: “perché non ci seguiva”. Ma Giovanni non hai proprio imparato la lezione? Non ricordi quando Pietro è stato sgridato davanti a tutti? “Va dietro di me satana!”.
Ebbene sì, il desiderio di essere grandi come Dio si è trasferito dal singolo al gruppo.
È un pericolo facilissimo per tutti noi che formiamo la chiesa, per il papa come per il fedele laico. Non si tratta di una novità dei seguaci di Gesù, avete sentito la prima lettura, con i settanta anziani che dovevano profetizzare assieme a Mosè succede la stessa cosa: Giosuè scopre che due di questi settanta non erano presenti quando lo spirito discende su di loro ma … Eldad e Medad ricevono ugualmente il dono della profezia e cominciano a profetizzare nell’accampamento; a questo punto si rivolge a Mosè “Mosè, mio signore, impediscili!” e Mosè da la risposta più corretta, scopre dove sta il problema: “Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore …”. Il problema è proprio la gelosia!
Quante volte anche nei nostri gruppi la gelosia rompe le armonie, quante volte anche all’interno della Chiesa la gelosia ha creato rotture (la storia ne è un esempio lampante).
Ma cosa dobbiamo fare per evitare questo?
Rimettere al centro Gesù. Sicuramente quel tale non seguiva i discepoli (“non ci seguiva”) ma se è riuscito a scacciare quei demoni sicuramente seguiva Gesù! Non siamo noi il cuore della chiesa ma è attorno a Gesù che tutto deve ruotare. Anzitutto dobbiamo accorgerci di questo!
Ecco che allora Gesù fa tutta una lista di esempi per aiutare i suoi ascoltatori (e noi mi auguro che siamo tra questi). Anzitutto parla di un bicchiere d’acqua. Per domandare un bicchiere d’acqua è necessario avere sete e alla sete si arriva quando proprio ti manca tutto, la povertà, l’allontanamento dalle ricchezze, che poi è ciò che Giacomo dice con parole pesanti nella seconda lettura che abbiamo ascoltato: “Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco”. Parole difficile, non lasciano dubbi.
Poi Gesù fa quei tre esempi che chiaramente non sono da prendere alla lettera; la mano, il piede e l’occhio da tagliare sono simbolo di tutto ciò che può ostacolare il nostro cammino e quello di chi ci osserva. La mano è la poca Carità, il piede è la direzione sbagliata in cui posso camminare e l’occhio è il desiderio, il principio della decisione. Ma se c’è una mano, un piede e un occhio da eliminare ne resta pur sempre un altro.
Aiutami Signore a conservare integro l’occhio della fede affinché non possa mai perderti di vista.
Aiutami a conservare il piede della speranza per camminare senza sosta dietro di te.
Aiutami a conservare la mano della Carità per poterti toccare in ogni uomo e donna bisognosi che incontro in questo mio pellegrinaggio terreno che è la vita.

Amen

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