La tentazione: separazione dall'Amore
5 marzo 2017
I domenica di quaresima – A
Gen 2,7-9; 3,1-7 ; Sal 50(51)
; Rm 5,12-19 ; Mt 4,1-11
In questa prima domenica di
quaresima, la Parola ci mette difronte alla questione più spinosa per l’uomo di
sempre: la tentazione, ovvero il desiderio di essere come Dio.
Nel brano eziologico di Genesi, l’autore
cerca di spiegare con semplici immagini uno dei desideri più intimi dell’uomo,
quello di primeggiare su tutto, il desiderio di poter tenere in mano le redini
di tutto quanto. La figura del serpente propone all’uomo e alla donna della
Genesi la stessa tentazione che il diavolo propone a Gesù. “Se tu vuoi essere
come Dio …” “se veramente sei il Figlio di Dio …”
Quando sfogliamo i giornali o
ascoltiamo le notizie del giorno, non possiamo fare a meno di verificare come
queste tentazioni sono molto attuali e l’uomo di oggi è molto debole, infatti
sono sempre più visibili le azioni più o meno crudeli che decidono sulla vita
degli altri: parlo di chi toglie la vita ma parlo anche di chi usa la vita
degli altri. Solo Dio ha il potere di dare la vita, nessun uomo ancora lo può
fare, anche se nei laboratori molti ci stanno provando!
Ma senza andare ad aprire
discorsi che prevedono una specifica preparazione tecnica, possiamo guardare
alle nostre giornate e verificare come nel nostro quotidiano e dunque nel
nostro piccolo mondo questo desiderio colpisce ognuno di noi: quando
obblighiamo gli altri a fare ciò che abbiamo in testa noi, quando non
accettiamo le idee altrui, quando limitiamo la libertà degli altri … insomma i
sapienti che scrissero la Genesi la sapevano lunga, questo brano ha qualcosa da
dire anche a me oggi.
Proviamo a pensare: più un uomo
acquisisce potere e più difficilmente riesce a far un passo indietro. Più un
uomo entra nel vortice del potere e meno riesce a vedere le necessità di chi è
più in basso di lui. La conoscenza assoluta del bene e del male non è certo una
grande conquista, non fa altro che allontanarci gli uni dagli altri (l’umo e la
donna di Genesi si coprirono, iniziarono a mettersi delle maschere affinché non
si potessero vedere le loro debolezze), e ciò che è peggio ci allontana da Dio perché
in noi cresce la presunzione di essere al suo stesso livello di conoscenza (che
illusi!).
Guarda caso il termine “diavolo”
significa proprio separatore … e con il passare del tempo ci si scopre soli,
senza amici, senza Dio, senza noi stessi (perché alla fine ci disprezziamo per
ciò che siamo diventati).
La vera libertà dell’uomo dunque
non sta nel “diventare come Dio” ma nel riscoprirci “figli di Dio”. Il Figlio
infatti ha tutto il potere del padre. Gesù non cede alle tentazioni perché sa
che non deve dimostrare a nessuno, né a sé stesso né al diavolo, di essere il
Figlio di Dio. Sarà proprio la partecipazione piena alla vita di Dio, che
dimostrerà nell’amore smisurato verso l’umanità, a confermare la sua figliolanza.
Gesù supera le tentazioni mantenendo
il suo sguardo fisso alla Scrittura. Anche a noi oggi viene dato questo
suggerimento. La Parola ha qualcosa da insegnarmi ogni giorno, se mi lascio guidare
ed istruire da essa potrò scoprire di essere veramente figlio di Dio e vivere
come tale nella libertà assoluta, diversamente, se mi lascerò traviare dal
divisore, il diavolo appunto, vivrò nell’illusone di possedere le redini della
mia esistenza ma infine scoprirò di essere prigioniero delle mie passioni e dei
miei più perfidi bisogni.
Possa il Signore aiutarci in
questa settimana a scoprire la bellezza della sua Parola. Possa il nostro cuore
sperimentare la grazia della libertà donata ai figli. Possa la nostra vita
iniziare a convergere su quegli atteggiamenti che sono propri dei figli di Dio.
Amen
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