Segni della Sua presenza

23 aprile 2017
II domenica di Pasqua
At 2,42-47 ; Sal 117(118) ; 1Pt 1,3-9 ; Gv20,19-31
In questa seconda domenica di Pasqua la parola di Dio ci mette difronte un grande cambiamento. Se la prima domenica di Quaresima avevamo vissuto il passaggio dall’Antico Testamento al Nuovo, dalle profezie alla loro realizzazione, ora viviamo il passaggio alla fede nel Risorto. Quindi dall’attesa, alla realizzazione al ricordo. Un ricordo quello che vive la Chiesa che non è memoria di un passato lontano ma di un presente sempre attuale. Il Risorto infatti “sta in mezzo” a noi!
I discepoli sono rinchiusi nel cenacolo, pieni di paura. Un gruppo che non è ancora una famiglia. La paura infatti divide, non unisce. Di quelli che sono riuniti nel cenacolo non si dice che erano gli apostoli ma i discepoli, parla di tutti noi e a noi che siamo chiusi nel nostro piccolo orticello dona la pace perché sa che fino a quando non ci apriremo agli altri coverà solo guerra nei nostri cuori.
Gesù si presenta a noi come il Crocifisso che ha vinto la morte, ci mostra i trofei della sua vittoria: le mani e il fianco, i segni di una passione che non si può dimenticare. Lui entra nelle nostre sofferenze da sofferente, condivide con noi i dolori e ci dona la Speranza che il male non può avere l’ultima parola.
È il termine della lunga creazione, quel “primo giorno della settimana” è insieme il primo e l’ottavo, primo perché in esso separa la luce dalle tenebre donandoci la capacità di discernere il bene dal male, l’ottavo perché è il giorno che non avrà mai fine, il giorno della pace eterna.
Ma quanto è difficile credere in tutto ciò? È stato difficile per coloro che lo hanno vissuto in prima persona può essere difficile anche per noi che lo viviamo per fede. Tommaso è l’immagine di ognuno di noi che facciamo fatica a credere e che cerchiamo attorno a noi segni che possano confermare la verità. L’unico segno però che Cristo ci ha donato non lo possiamo trovare lontano da noi ma siamo noi stessi, lo troviamo all’interno della nostra vita, della vita della Chiesa di cui siamo membra, proprio come i discepoli che lo hanno scoperto presente nel cenacolo. La Parola ci consegna tutto quanto ci può servire per credere, tutto il resto è di più. Quanti veggenti, quanti mistici, quanti uomini carismatici anche oggi attirano a sé grandi masse di uomini e di donne, ma la Parola di Dio è chiara: “Questi (segni) sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome”.
Aderire alla sua Parola, ma prima ancora ascoltarla, leggerla e studiarla, porta ad un cambiamento nel nostro cuore, porta in noi il desiderio di diventare come Lui, il Crocifisso Risorto. Ecco allora che la forza di quello Spirito che è stato donato in pienezza a coloro che erano rinchiusi nel cenacolo, e che è stato donato anche a noi nel giorno del nostro battesimo e sigillato nel giorno della nostra confermazione, li ha spinti a vivere come segno vivente della presenza del Risorto. Anche noi cristiani dovremmo vivere così, piccole o grandi comunità di credenti “perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”. Credenti che stanno insieme e hanno ogni cosa in comune.
Signore Gesù dona a tutti i tuoi seguaci di aderire pienamente al tuo messaggio di amore. Crea nel cuore delle comunità cristiane piccole comunità di vita comune che siano segno e testimonianza del tuo essere in mezzo a noi. I nostri occhi possano scorgerti vivo nella Chiesa e i nostri cuori siano disposti ad accogliere il tuo messaggio di pace e fraternità.

Amen

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