Nel deserto della vita ... un compagno di viaggio!

18 giugno 2017
Ss. Corpo e Sangue di Cristo
Dt 8,2-3.14b-16a ; Sal 147 ; 1Cor 10,16-17 ; Gv 6,51-58
In questa Domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, il calendario liturgico ci invita a soffermarci sul grande mistero che ogni giorno celebriamo: l’eucarestia, il vero corpo e sangue di Gesù.
Le letture contengono spunti di riflessione per muoverci verso il cuore di questo mistero ma allo stesso tempo per comprendere che solo quando saremo faccia a faccia con Dio potremmo veramente riconoscere la grandezza di tutto questo, perché soltanto allora potremo comprendere la sua vera natura divina non avendo più noi i limiti che la natura umana ci impone.
La prima lettura ci consegna il primo passo che dobbiamo fare per intraprendere questo viaggio: “Non dimenticare il Signore … che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso”. È Mosè che parla ad un popolo che continua a lamentarsi del cammino nel deserto, un cammino che pare non avere mai fine. All’uomo che percorre le strade della sua vita, all’uomo che su queste strade non è capace di guardare al di la del proprio naso, all’uomo che sente le fatiche del viaggio e vede lontana la mèta, la Parola dice oggi: RICORDA. Che cosa? Ricorda che lungo quella strada che stai percorrendo non sei solo, ricorda che se alzi il capo mentre camini puoi vedere la meraviglia della creazione che ti circonda, ricorda che durante il cammino hai superato delle difficoltà perché qualcuno ti è venuto in aiuto e altri incontrerai per la strada e con essi supererai altri ostacoli. In altre parole: RICORDA che la strada della tua esistenza non la percorri da solo ma Dio ti viene incontro con le tante persone che incontri, con gli amici che ti sostengono e ti accompagnano, con la sua presenza silenziosa e discreta.
Questo è il primo passo: non siamo soli su questa strada. Quando abbiamo compreso questo allora possiamo compiere il secondo passo: scoprire che tutti noi stiamo camminando verso la stessa mèta e quindi per certi versi siamo tutti come un unico corpo che si muove nella stessa direzione. È ciò che cerca di spiegarci Paolo nella seconda lettura: “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane”. È a questo punto che facciamo la splendida esperienza del cammino condiviso, un cammino nel quale scopriamo di essere sostenuti dalla forza degli altri ma allo stesso tempo scopriamo che noi stessi ci facciamo forza per altri che stanno sperimentando un momento di debolezza. Ci accorgiamo in questo momento che l’unione fa la forza, proprio nel senso che tutte le nostre debolezze vissute insieme diventano forza comune che ci trascina verso la meta del nostro cammino.
È a questo punto del nostro cammino che possiamo fare il terzo passo: Dio stesso cammina accanto a noi, Gesù Cristo non ci lascia mai soli, e come con discepoli di Emmaus, ci aiuta a comprendere tutto quanto nelle scritture parla di lui e della necessità del suo sacrificio per consentire ad ogni uomo di poter arrivare alla mèta della sua esistenza: la vita eterna. I discepoli di Emmaus riconobbero Gesù nel gesto dello spezzare il pane ed in quel momento lui scomparve dalla loro vista perché la sua presenza ormai era garantita da quel pane. Soltanto a questo punto possiamo tentare di comprendere le parole di Gesù: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
A chi non è mai venuto il dubbio a riguardo di questo mistero? D'altronde è legittimo: “Come piò costui darci la sua carne da mangiare?” Sono le parole dei Giudei con i quali Gesù stava parlando, ma potrebbero essere benissimo le nostre. Eppure Gesù è chiaro, non lascia intendere che il pane eucaristico sia un semplice segno della sua presenza, come taluni tra l’latro pensano. Gesù dice chiaramente: “la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda … colui che mangia me vivrà per me … chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
L’eucarestia quindi non è il pane degli angeli ma il pane dei peccatori, è nutrimento essenziale per il cammino della vita, è l’energia vitale che ci permette di superare gli ostacoli del cammino.
Certo che posso percorrere le strade della vita anche senza l’Eucarestia, ma se ho la possibilità di … avere un passaggio sicuro, di qualcuno che mi suggerisce una scorciatoia certa, di qualcuno che mi aiuta a portare il pesante carico che mi sto portando appresso, perché rifiutarlo?
Gesù pane vivo disceso dal cielo, nutrimi e difendimi, accompagna i miei passi, sostienimi nelle difficoltà, stimolami nell’entusiasmo, fammi scorgere all’orizzonte la sperata mèta che tento di raggiungere.
Gesù, non è facile riconoscerti vivo e vero nel pane eucaristico, apri i nostri occhi come apristi quelli dei discepoli di Emmaus, fa che il nostro cuore si infiammi del tuo Amore e possa riconoscerti nell’umiltà del pane e del vino consacrati in ogni mensa eucaristica.
Gesù, farmaco dell’anima, aiutaci a fare di tutti noi un unico corpo; come tanti piccoli chicchi di grano macinati formano un unico pane e come tanti piccoli acini pigiati formano un unico vino fa che ognuno di noi, macinato e pigiato dalle fatiche quotidiane, possa formare un unico corpo con te nella Chiesa, per renderti così visibile nella nostra comunità parrocchiale.

Amen

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