Ri-creati dallo Spirito per Amare
4 giugno 2017
Pentecoste
At 2,1-11 ; Sal 103(104) ;
1Cor 12,3b-7.12-13 ; Gv 20,19-23
Sono passati 50 giorni dalla
Pasqua e ci ritroviamo come gli apostoli di nuovo qui, nel cenacolo, nell’ultimo
luogo in cui avevano cenato con Gesù. Quel giovedì erano tutti contenti,
gioiosi perché si stavano preparando alla grande festa della Pasqua, oggi sono
rinchiusi in quella stessa stanza, “porte e finestre sprangate”, per paura dei
giudei.
Anche noi per certi versi viviamo
il nostro essere con Gesù nella segretezza di una vita sprangata agli altri.
Quanta fatica facciamo a dire la nostra fede nelle scelte quotidiane. Quanta
fatica facciamo ad assumere uno stile di vita coerente con il messaggio che
Gesù ci insegna.
Poi ci ritroviamo a fare gli
sbruffoni per strada, in certe occasioni pare che abbiamo la forza di buttar
giù le montagne o di falciare tutti coloro che ci mettono i bastoni tra le
gambe e poi … e poi tutto resta come prima, e poi facciamo crescere le
divisioni, e poi, spesso senza saperlo, roviniamo la vita di qualcun altro; ma …
tutto questo lo abbiamo fatto perché dal nostro punto di vista è giusto, perché
a me faceva comodo così, perché io …
La pentecoste ci invita ad
abbattere tutte quelle barriere che servono per salvarci le spalle, ci invita a
lasciare tutti i posti nei quali ci sentiamo sicuri per buttarci in mezzo alla
mischia rischiando di perdere la nostra identità. In realtà ciò che succede agli
apostoli ci mostra esattamente il contrario: proprio abbandonando la loro
personale identità hanno potuto acquistare una identità ben più grande che li
rende un unico corpo: la Chiesa.
Potremmo chiederci dove sono le
nostre comunità cristiane, dove è la Chiesa oggi!
Ormai siamo invisibili agli
uomini, perché non ci siamo più. Sulla carta la Chiesa è formata ancora da
molti uomini e donne per i quali si può produrre tranquillamente un certificato
di battesimo, ma nella realtà? deve sono le nostre comunità cristiane?
Lo Spirito oggi vuole entrare in
ognuno di noi, vuole donarci la forza di uscire allo scoperto, vuole ri-crearci
come veri figli, ognuno con un carisma suo proprio, ma tutti indispensabili per
la crescita della Chiesa.
Facciamo alla svelta ad additare
le scelte della gerarchia, ad additare coloro che si espongono, ad additare
coloro che scivolano commettendo forti ingiustizie o cattiverie, è più
difficile invece riconoscere che ognuno di noi, che siamo qui riuniti oggi, è
Chiesa. Questo succede nel grande se pensiamo alle grandi problematiche che
ogni giorno i media ci pongono sotto agli occhi e che aumentano il disprezzo
nei confronti della gerarchia, ma succede anche nel nostro piccolo, ogni volta
che pensiamo che la comunità parrocchiale è solo il consiglio pastorale o il
consiglio dell’oratorio o il consiglio degli affari economici. Tutti noi siamo
la comunità parrocchiale, e a tutti noi è chiesto di tirarci indietro le
maniche per testimoniare con il nostro impegno l’amore di Dio per l’uomo. A
qualcuno verrà chiesto questo a qualcun altro verrà chiesto quello, a qualcuno
verrà chiesto poco tempo a qualcun altro verrà chiesto molto tempo, ciascuno
secondo le proprie capacità. Nessuno deve sentirsi escluso; se qualcuno potesse
donare anche solo un’ora del suo tempo ogni tre mesi … è un sostegno importante
che non va preso alla leggera, ma bisogna avere il coraggio di uscire allo
scoperto, di non nascondersi dietro false ideologie che alimentano fuochi di
cattiveria e di divisione.
Manda il tuo Spirito Signore a rinnovare
i nostri cuori.
Manda il tuo Spirito Signore e
donaci il coraggio di uscire allo scoperto per testimoniare il tuo amore.
Manda il tuo Spirito Signore e fa
di noi nuove creature a tua immagine e somiglianza.
Amen
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