Dal COSA al COME per VIVERE l'attesa ...
1 Dicembre 2019
1 domenica di Avvento
– A
Is 2,1-5 ;
Sal 121(122) ; Rm 13,11-14° ; Mt 24,37-44
Con questa prima domenica di Avvento inizia un nuovo anno
liturgico e insieme il nostro cammino verso il Natale.
Ma di quale Natale parlano le letture che abbiamo
proclamato?
Noi siamo soliti pensare alla poesia del Natale, pensiamo al
bambino nella culla attorniato dal bue e dall’asinello e dai suoi cari: Maria e
Giuseppe; i magi; i pastori. Non possono mancare nel nostro presepe le pecorelle,
le lucine, la musichetta … ma quest’oggi le letture pare non parlino proprio di
questo!
Sembrano invece proseguire le visioni apocalittiche delle
scorse domeniche: “Alla fine dei giorni” (prima lettura) …
Ci viene in aiuto il vangelo: “Come furono i giorni di
Noé …” già, come furono quei giorni? “Mangiavano e bevevano, prendevano
o moglie e prendevano marito …” cioè facevano tutto ciò che facciamo noi!
Dunque, il giorno di questa fine dei tempi è l’oggi che
stiamo vivendo. Non certo nel senso che in questo momento finirà il mondo ma
nel senso che … ogni istante della nostra vita è il luogo prezioso in cui Dio
nasce nella nostra storia. Dunque, ciò che tentano di dirci le letture di quest’oggi
è di non scervellarci troppo per capire “cosa” dobbiamo fare per accogliere
Gesù nella nostra storia ma, in questo tempo di avvento dobbiamo preoccuparci
del “come” viviamo ogni istante della nostra vita. Da quel “come” riusciremo a
scorgere la sua venuta, riusciremo a riconoscere quella luce che illumina di
vita ogni nostra giornata, riusciremo a sentire quella musica celeste che
rallegra anche i momenti più difficili e ci aiuta a proseguire nel cammino.
Sono interessanti le parole di Paolo ai Romani: “Comportiamoci
onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra
lussurie e impurità, non in litigi e gelosie.” L’uomo è chiamato a vivere
la sua esistenza alla luce del giorno. Ci stupiamo tanto oggi delle cosiddette stragi
del sabato sera … il vangelo mette sull’attenti anche su questo: perché devo
vivere i miei divertimenti di notte? Perché tutto ciò che posso fare di losco
sarà visto da meno gente possibile! Proviamo e pensare di compiere tutti quei
gesti che normalmente compiano nel segreto della notte o di quei luoghi che ci
garantiscono l’anonimato … li faremmo serenamente alla luce del giorno in un
bar qualsiasi o in mezzo ad una strada dove tutti possono riconoscerci?
Penso purtroppo a tanti giovani (anche di quelli che
riconosciamo come proprio bravi) ma penso soprattutto ai tanti adulti che nei
fine settimana si mescolano bene con il mondo dei ragazzini …
Forse ho deviato un po’ il discorso ma vivere bene il
momento presente, accogliendo il Signore Gesù che entra nella mia storia, significa
proprio vivere una vita alla luce del sole, illuminata quindi dalla Sua Parola
e accompagnata dalla serenità. Che non vuol dire non divertirsi anzi … a mio
parere significa divertirsi conservando dentro di sé tutti, ma proprio tutti, i
momenti e i volti che incrocio nella storia. Spesso e volentieri invece i
grandi divertimenti della notte sono talmente annegati nell’alcool e nelle
droghe che non ci si ricorda neppure dove li abbiamo trascorsi né chi abbiamo
incontrato.
“Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi
della luce … Rivestitevi del Signore Gesù Cristo”.
È l’invito concreto che Paolo ci consegna in questa prima
domenica di Avvento, è l’invito che ci aiuta a preparaci ad attendere il Natale
e a scoprire che nel momento in cui inizio ad attendere Lui nasce già dentro di
me. Buon Avvento, Buona attesa, Buon natale!
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