La Speranza cambia il mondo ....
17 novembre ’19
XXXIII domenica
TO – C
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Ml 3,19-20a ;
Sal 97(98) ; 2Ts 3,7-12 ; Lc 21,5-19
In questa 33^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della
settimana, la Parola di Dio ci spinge a fare uno sforzo per non scadere nel
pessimismo.
L’anno liturgico sta per finire, siamo alla penultima
settimana e la liturgia ci pone come letture dei testi che allungano il nostro
sguardo sino ai confini di quanto possiamo immaginare. Le descrizioni
cosiddette apocalittiche, ovvero degli eventi ultimi, ci portano alla mente
fatti di cronaca che non vorremmo mai vedere: chiese che crollano, guerre e
rivoluzioni, persecuzioni violente … vuol dire che la fine del mondo è dietro
l’angolo? In troppi ogni tre per due la attendono nelle forme più stravaganti
ma finora nessuno ha mai indovinato la data … ricordate il passaggio all’anno
2000? Ma ancora più recente il 21 dicembre 2012? Qualcuno la aspettava per il
2012 ma poi ha cambiato idea e la attende per il 2035 (o comunque nel decennio
25-35). Ma tante altre fantasie le potete trovare facilmente con una piccola
ricerca in internet …
In realtà ciò che la Bibbia descrive, non è altro che
l’ordinario svolgersi degli eventi che, pertanto, diventa uno stimolo per
spingersi oltre la nostra realtà. Se guardo le catastrofi ambientali che stiamo
vivendo e aggiungo le catastrofi umane causate dall’odio e dalla pazzia degli
uomini … verrebbe proprio da chiedersi che senso ha continuare a vivere su
questa terra? E se mi spingo oltre posso anche chiedermi perché impegnarsi
tanto per dare ad altri la possibilità di vivere le fatiche e le sofferenze che
sto vivendo io (la crisi della natalità). Non potete dirmi che un tempo si
viveva meglio … io non c’ero ma non penso che durante le guerre mondiali si
vivesse meglio … quando si moriva per qualche germe portato dalla sporcizia o
per denutrizione … per non parlare delle bombe e delle pallottole che giravano
… Insomma, noi oggi viviamo meglio di allora, solo … che non abbiamo speranza!
Ecco, questa domenica vuole alimentare nel cuore del
credente la Speranza (con la S maiuscola) affinché possa aprire gli occhi e
godere della presenza di Dio nella sua vita. Certo che le fatiche e le
sofferenze fanno parte della vita, ma la mia esistenza su cosa poggia? Sulla
roccia o sulla sabbia? Su Cristo o sul nulla?
Solo la Speranza ci aiuta a restare saldi nella fede, solo
la Speranza ci iuta a pensare alla possibilità di un mondo migliore per i
nostri figli, solo la Speranza ci da la forza di mettere al mondo figli e
figlie perché possano rallegrarsi anche loro di quanto ci stiamo rallegrando
noi. Io non so se è un caso ma nella mia vita ho incontrato davvero tante copie
giovani e accompagnato tanti adolescenti che oggi sono giovani … quelle coppie
che già da fidanzati hanno avuto il coraggio di affrontare le sfide della vita
in un cammino di fede cristiana, si sono sposate presto e hanno davvero molti
figli (certamente più di uno e certamente con la prospettiva di arrivare a 3 o
4). Poggiare la propria vita nelle mani di Dio li ha aiutati a fidarsi e ad
affidarsi ma soprattutto a guardare al futuro e a sognare un mondo sempre
migliore. Certo a questo punto hanno dovuto mettersi in campo in prima persona
e giocarci la propria faccia. “Chi non vuol lavorare, neppure mangi” ci
dice san Paolo nella seconda lettura. Non possiamo rinchiuderci nella nostra
casa aspettando che gli altri sistemino il mondo … la Speranza che oggi la
Parola ci chiede è il coraggio di inventare qualcosa di nuovo per me, per noi,
per coloro che vedo stanno soffrendo e … cosa posso fare io? Oggi è la giornata
del povero … io sono convinto che se tutti noi ci impegnassimo davvero a dare
un poco del nostro tempo (bada bene che non ho detto “un po’ dei miei
soldi”!!!) e lo insaporissimo con un po’ di fantasia … potremmo davvero ogni
anno risollevare qualche famiglia dalla solitudine, dalla povertà e anche dalla
malattia … diventerebbe un piccolo seme di fiducia ma … farebbe crescere un
grande albero!
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