OGGI DEVO fermarmi a casa tua!!!!!
3 novembre 2019
XXXI domenica TO –
C
Sap
11,22-12.2 ; Sal 144(145) ; 2Ts 1,11-2,2 ; Lc 19,1-10
In questa 31 domenica del Tempo ordinario, Pasqua della
settimana, la Parola ci spinge a pensare nuovamente alla nostra fede ed alle
opere che la accompagnano.
La vicenda di Zaccheo la conosciamo davvero tutti eppure è
così lontana dal nostro vivere quotidiano!
Zaccheo cerca Gesù, desidera vedere il suo volto, forse
perché vuole essere sicuro che passando sul suo territorio pagasse le tasse,
forse perché ne aveva sentito parlare, forse perché sente che tanti lo vogliono
vedere e si incuriosisce … non importa il perché, sta di fatto che desidera
vederlo e fa tutto il possibile per riuscire nel suo intento. Sarà forse per
questo suo desiderio profondo che Gesù sente il suo richiamo? Di fatto succede
che Gesù alza lo sguardo ed incrocia lo sguardo curioso di Zaccheo e questo scambio
di sguardi fa muovere in Zaccheo un qualcosa che verrà mostrato solo dai gesti
successivi.
Quanta curiosità c’è nel nostro andare incontro a Gesù? Veniamo
in chiesa per incontrarlo ma quanta curiosità abbiamo di scoprire il suo volto?
Gesù cerca il nostro sguardo oggi e dice a te, a me, “oggi DEVO fermarmi a
casa tua”. Non è una richiesta ma è una necessità! Gesù DEVE fermarsi a
casa nostra. Non è un visitatore di passaggio, non è un ospite, Gesù è uno di
casa perché DEVE entrare nella mia casa e fermarsi lì.
Quante scuse potrebbero nascere ad una proposta del genere? …
è un periodo incasinato … il lavoro mi porta via tanto tempo … non ho messo
ordine … non ho nulla di pronto … i figli mi stanno facendo disperare … prova a
ripassare tra qualche tempo, magari mi sistemo meglio, magari mi avvisi per tempo
e mi preparo …
No, Gesù ci dice: “OGGI DEVO fermarmi a casa tua”.
Zaccheo esplode in una gioia inaudita, salta giù dalla pianta,
lo porta in casa sua ed invita i suoi amici ad un banchetto di festa!
È a questo punto che scopriamo la reputazione di quest’uomo:
Zaccheo è un peccatore e Gesù ha dovuto fermarsi a casa sua!
L’incontro di sguardi tra Gesù e Zaccheo ha scaldato il
cuore di questo peccatore, cosciente ed orgoglioso di esserlo: “capo dei
pubblicani e ricco”. Nel cuore di Zaccheo è nata una fiducia ceca in quell’uomo
che lo ha amato per ciò che era senza condannarlo … e la sua fede la testimonia
con le azioni: “io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato
a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Che zelo! La Legge prevedeva
solo la restituzione di quanto rubato più un quinto, Zaccheo invece …
La nostra fede è solo questione di parole o anche di gesti?
Zaccheo ha saputo riscoprirsi bisognoso dell’Amore di Gesù ed
è riuscito ad accogliere la misericordia offerta. Noi ci riconosciamo bisognosi
del Suo amore? Cosa siamo disposti a fare per accogliere quell’immensa
misericordia che vuole raggiungerci ogni giorno?
Troppo facilmente noi che ci crediamo nel giusto perché
andiamo a messa tutte le domeniche, puntiamo il dito contro gli altri per
denunciare le loro scorrettezze o per manifestare il nostro disappunto se non
li vediamo a messa … quante volte sento catechisti, operatori pastorali, nonni,
genitori … che parlano nei termini di voler o dover convertire, convincere,
attirare … a messa … Nella prima lettura mi stupisce l’atteggiamento di Dio nei
miei/nostri confronti: “Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi
gli occhi sui peccati degli uomini, ASPETTANDO il loro pentimento”. Quando
arriverà il mio memento per convertirmi come Zaccheo? Quando riuscirò a comprendere
che quell’onnipotenza di Dio si svela a me soprattutto nella sua paziente
misericordia?
Dio attende fiducioso la mia/nostra conversione, come posso
testimoniare al mondo di oggi questa notizia meravigliosa?
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