LA fine - IL fine


18 novembre 2012
XXXIII domenica TO - B
Dn 12, 1-3 ; Sal 15(16) ; Eb 10,11-14.18 ; Mc 13,24-32

Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno liturgico, e anche le letture ci spingono a fare riflessioni non poco semplici e magari neppure piacevoli per i nostri gusti.
In questa 33^ domenica del Tempo ordinario, Pasqua della settimana, il tema che pare emergere dalle letture è quello della fine dei tempi.
Quando avverranno queste cose? avverranno proprio in questo modo? “il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo ...” 
Si è parlato molto, troppo della fine del mondo in quest’ultimo anno (ringraziamo i fratelli Maya)! Il vangelo, la Parola di Dio in generale vogliono proprio darci dei tempi e delle modalità precise su questo momento?
La Parola di Dio è piena di testi apocalittici. Gli studiosi stessi sono in fastidio nel riuscire a darne una lettura uniforme. Ciò che è certo è che si tratta di una letteratura piena di immagini simboliche che necessitano di entrare nella cultura dei popoli per poterle decifrare. è una letteratura che, certo vuole tener sott’occhio gli ultimi istanti della nostra esistenza, ma altrettanto certamente non vuole rispondere alle domande sul dove, sul come e sul quando tutto questo avverrà!
Si tratta di un modo per riflettere su situazioni di cui non abbiamo strumenti necessari per parlare ma che sono fondamentali per un buon vivere quotidiano. Gli uomini di ogni tempo e di ogni cultura si sono interrogati sull’istante della morte e su cosa avverrà in seguito. Non l’hanno fatto per un gusto macabro della vita ma per poter vivere meglio l’oggi. Proviamo a dirlo con altre parole a mo’ di slogan: riflettiamo sulla fine per comprendere il fine.
Anche l’uomo di oggi, anche tutti noi dovremmo un po’ di più riflettere su questo. In genere ne parliamo quando ci accadono dei lutti o leggiamo sui giornali di qualche caso particolare di morte tragica. L’anno liturgico ci propone invece questa riflessione in modo più continuo e ciclico, quasi a dirci la necessità e la bontà di questo pensiero.
Un tempo parlare di morte era una delle cosa più tranquille, oggi ci troviamo di fronte ad un tabù. Eppure proprio pensare alla fine della nostra esistenza terrena ci aiuta a comprendere giorno dopo giorno il fine delle nostre giornate e quindi ad apprezzarne maggiormente ogni singolo istante.
Allora proviamo a domandarci: quale è il fine della mia esistenza, perché vivo? Perché ogni giorno devo fare degli sforzi per cercare di vivere impegnandomi al meglio quando potrei lasciare le cose al caso o viverle con disimpegno? Sembrano domande fuori dalla nostra portata, filosofiche, inutile, eppure provate a viverle senza di esse, cosa ne ricaviamo? Il non senso! Se la nostra esistenza comincia a non avere una meta perdiamo ogni desiderio di vivere. e quando le cose diventano croniche allora interviene la depressione, le dipendenze, il suicidio.
Amici, dobbiamo avere il coraggio di investire una buona parte del nostro tempo per dirci giorno dopo giorno in quale direzione stiamo camminando, dobbiamo vedere all’orizzonte della strada che stiamo percorrendo una meta più o meno certa ma sempre una meta. 
I grandi santi, tra cui anche il caro Giovanni Paolo II, consigliavano di pensare soventi al momento della morte perché è l’unico modo di vivere bene il presente. In genere o siamo preoccupati del futuro o ci rifugiamo nel passato ed il presente che è un dono ce lo perdiamo! 
Signore Gesù, aiutami a tenere il mio sguardo sulla parusia, che significa letteralmente presenza ma anche venuta. aiutami a vivere l’oggi con la certezza di incontrarti al tramonto di questa vita. E come ad ogni tramonto succede un’alba, fa che anche la mia vita possa godere nell’attesa dell’alba senza fine che è l’incontro con lo splendore del tuo firmamento.
Spirito di Dio vieni su di noi perché il nostro cuore possa godere già ora della gioia dei santi. Infondi in noi la certezza della tua esistenza e fa che ogni nostra azione sia mirata all’incontro con il Padre.
E tu Padre tanto amato attendimi nella tua casa dove un giorno, santo tra i santi, posso reincontrare il tuo sguardo amorevole e sciogliermi tra le tue braccia come un bimbo in braccio a sua madre.
Amen.

Commenti

  1. "Alla sera della vita saremo giudicati sull'amore" perchè Tu, Dio, sei AMORE.
    Quale occasione migliore per vivere la vita non da spettatori; sprecando il nostro tempo in chiacchiere inutili o facili giudizi. Mettiamoci in gioco sporcandoci le mani partendo proprio da chi ci sta vicino e spesso ignoriamo per non vedere i suoi bisogni. A volte può bastare un sorriso, uno sguardo benevolo, altre volte ci è chiesto di condividere ciò che abbiamo con chi si trova in difficoltà. Non chiudiamo i nostri occhi e il nostro cuore, accogliamo ora quì il Regno di Dio annunciato da Gesù: beati i poveri in spirito, perchè da essi è il regno dei cieli.
    Il Tuo Spirito Signore mi guidi ad interpretare i fatti della storia con la luce della fede nell'attesa della Tua venuta gloriosa alla fine dei tempi.

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