Tra il "già" e il "non ancora" ... un "presente" tutto da scoprire!


1 settembre 2013 - Rito ambrosiano
1^ Dom. dopo il martirio di S. Giovanni – C
Is 30,8-15b ; Sal 51(50) ; Rm 5,1-11 ; Mt 4,12-17
In questa prima domenica dopo il martirio di San Giovanni, Pasqua della settimana, la Parola ci invita alla conversione.
Gesù ci dice: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”.
Cosa avrà mai voluto dirci? Che la fine del mondo è imminente? Qualcuno inizialmente l’ha interpretata così, i cristiani dei primi secoli, per esempio, erano molto esigenti perché si aspettavano il grande ritorno di Gesù per il giudizio da un momento all’altro. Ma poi … sono passato 2000 e più anni e … lo stiamo ancora aspettando! Cosa vuol dire questo? Che Gesù è un bugiardo? Che tutte le sue promesse sono una pura illusione? Della fede in passato è stato detto tutto questo! Ma allora cosa ci facciamo noi qui oggi?
Il nostro problema è che, o viviamo in un passato che non è più, o viviamo in un futuro che non c’è ancora. Ma tra il “già” del passato ed il “non ancora” del futuro c’è un “adesso” del presente che è tutto un dono! Siamo così preoccupati di tener viva la memoria o di preparare bene ciò che andremo a fare che non ci accorgiamo di perdere ciò che stiamo vivendo in questo momento.
Gesù ci dice: “Il regno dei cieli è vicino”. Lo dice nel senso più immediato possibile. Lui è il Regno dei cieli. Dio ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Gesù è il Regno del Padre. Gesù è non solo vicino ma è il più vicino ad ognuno di noi. È il prossimo di cui tanto si parla.
Questa è la conversione alla quale la Parola oggi ci invita. Dobbiamo invertire la nostra rotta, dobbiamo invertire il nostro sguardo. Quando ci rifugiamo nel passato siamo invitati a voltarci in avanti verso il presente. Quando siamo proiettati troppo verso il futuro siamo chiamati a voltarci indietro, ancora verso il presente.
Ma vediamo per ultimo cosa ci dice il profeta Isaia: “Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza”. È proprio tutto il contrario del nostro modo di vivere! Convertirsi, stare calmi e abbandonarsi a Dio sono parole troppo lontane dalla nostra quotidianità. Si tratta però di tre ingredienti senza i quali la nostra esistenza non produce frutti. Pensate a quanto correre stiamo facendo, e dove stiamo arrivando? Abbiamo allontanato Dio dalle nostre case, dalle nostre piazze, dal nostro modo di vivere, pensate a cosa stiamo combinando al mondo, all’umanità, ai nostri figli!
È il momento di darci una regolata, dobbiamo tutti convertirci, dobbiamo tutti ricominciare a sperare nel Dio di Gesù Cristo, in quel Dio che vive accanto a noi ma che noi non vediamo perché troppo preoccupati di noi stessi.

Signore Gesù, tu vivi nelle nostre case, nei nostri uffici, nelle nostre piazze, nelle nostre fabbriche, ma noi siamo troppo impegnati a programmare la nostra vita senza accorgerci che tu hai già pensato a tutto! E, quando vediamo che le cose non vanno bene, siamo pronti a lamentarci con te, e iniziamo così a rifugiarci in un passato che, ai nostri occhi, è sempre migliore di ciò che andremo a vivere.
Padre Buono, il tuo Spirito ci aiuti a comprendere l’importanza dell’oggi. Ci aiuti a vivere e gustare l’attimo presente come un dono prezioso che viene solo da Te.
Ciò che è passato ormai non può cambiare ma il futuro lo possiamo migliorare solo vivendo il presente. Santo Spirito guida le nostre azioni, accompagna i nostri pensieri e aumenta in noi l’abbondono confidente a Te che sei il sommo bene.
Amen

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