Quanto è microscopica la mia fede!

17 maggio 2015
Ascensione di NSGC
At 1,1-11 ; Sal 46(47) ; Ef 4,1-13 ; Mc 16,15-20
Quaranta giorni fa, nel giorno di Pasqua, assistevamo alla scena delle donne e dei discepoli che davanti alla tomba vuota si sentivano dire: “Non è qui”. Oggi assistiamo alla scena di quegli stessi uomini che fissano il cielo mentre Gesù se ne va e si sentono dire di nuovo da due uomini in bianche vesti: “Perché state a guardare il cielo?”.
I discepoli di Gesù pare continuino a cercare il loro maestro là dove lui non c’è più. Noi spesso ci lamentiamo che Dio non c’è, che non si fa vedere, sentire … ma dove lo stiamo cercando? Non è che anche noi come quei suoi seguaci lo cerchiamo dove lui non c’è più?
Se così fosse siamo su una buona strada, la stessa dei primi discepoli; ma allora anche noi come loro dobbiamo iniziare ad ascoltare le sue parole: “Non spetta a voi conoscere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”.
Quante volte suggeriamo a Dio cosa dovrebbe fare e in che modo … Gesù ce lo dice chiaramente: “non spetta a voi conoscere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato per il suo potere”. A noi spetta il compito di testimoniarlo ma, per testimoniarlo, dobbiamo averlo conosciuto.
Marco nel suo vangelo dice che ci saranno dei segni che accompagneranno coloro che credono: “nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Quanto è microscopica la mia fede! Non posso certo parlare degli altri ma per quanto mi riguarda … devo camminare ancora molto! Come posso dire di essere credente, come possiamo dire di essere credenti? Solo perché possiamo farci consegnare un atto di battesimo? Solo perché andiamo a messa la domenica? Solo perché recitiamo il rosario?
Parlare a tutti gli uomini delle meraviglie che Dio ha compiuto su questa terra; consegnare il messaggio di Gesù; avere compassione per i più bisognosi; questi sono i segni della nostra fede: ma quanto dobbiamo ancora camminare!
Quel Gesù Cristo che oggi noi ricordiamo nell’atto di ritornare al Padre dopo quaranta giorni dalla sua morte e risurrezione è lo stesso Gesù Cristo che discese su questa terra. Con questo suo pellegrinaggio terreno ha voluto portare il cielo sulla terra per riportare la terra nel cielo. Il Regno dei cieli non è più così distante da noi, ognuno di noi lo può già sperimentare nella sua vita lasciandosi guidare dallo Spirito Santo. Per poter vivere tutto questo però è necessario credere in Gesù Cristo, conoscerlo ed amarlo. Non possiamo ridurre la fede ad alcuni momenti burocratici che assolviamo a date ben precise: i sacramenti. La fede è tutta la vita del credente, la fede è uno stile di vita che potrebbe cambiare le sorti dell’umanità intera se riuscissimo a contagiarci a vicenda.
Il Signore risorto e asceso al cielo possa donare a tutti voi una quotidianità ricca di speranza, di coraggio e di ottimismo. Il cielo possa invadere la vostra esistenza attirandovi ogni giorno sempre più verso il Padre facendovi compiere azioni che vanno oltre ogni immaginazione umana, azioni che possano dire a tutto il mondo: Dio esiste e tornerà un giorno così come l’abbiamo visto andare in cielo.

Amen

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