Misericordia di Dio e conversione dell'uomo.
28 febbraio 2016
III domenica di quaresima – C
Es
3,1-8a.13-15 ; Sal 102(103) ; 1Cor 10,1-6.10-12 ; Lc 13,1-9
In questa 3^ domenica di
quaresima, pasqua della settimana, il tema su cui le letture proclamate ci
invitano a riflettere è quello della misericordia di Dio e della conversione
dell’uomo.
Nella prima lettura abbiamo
ascoltato il famoso brano del roveto ardente. Mosè stava serenamente pascolando
il gregge di Ietro, suo suocero ed ecco che si imbatte in uno spettacolo allo
stesso tempo affascinante e pauroso: un cespuglio di spine che brucia ma non si
consuma!
Mi pare che quest’immagine
descriva molto bene il significato della misericordia e della conversione: quel
roveto continua a bruciare sia che Mosè lo guardi o no. È la misericordia di
Dio che brucia costantemente per ognuno di noi sia che noi ce ne accorgiamo sia
che non ce ne accorgiamo. Mosè è incuriosito da questo fatto, distoglie lo
sguardo dal gregge e si avvicina al roveto; è la conversione: l’uomo
incuriosito da tanto amore donatogli gratuitamente, distoglie lo sguardo da ciò
che sta facendo per avvicinarsi a Dio.
Noi siamo soliti dire che Dio è onnipotente,
in realtà non è vero perché ha voluto garantirci la libertà assoluta; ma in una
cosa lo è: nella misericordia.
Siamo nell’anno della
misericordia e probabilmente questa parola ci esce dalle orecchie ma non
dobbiamo stancarci né di sentirla né di rifletterci sopra. Più ci pensiamo, più
ci ragioniamo, più ci preghiamo sopra e più entriamo nelle sue profondità che
sono abissi sconfinati.
La questione non è se Dio è
misericordioso, questa è una certezza!
La questione è quanto noi ce ne
accorgiamo!
La frase con cui si chiude il
brano della lettera ai Corinzi che abbiamo proclamato quest’oggi è molto
interessante: “chi crede di stare in piedi,
guardi di non cadere”! Noi tutti siamo convinti di saper camminare, infatti
spesso e volentieri corriamo, anche se non sappiamo bene verso che cosa ma …
attenzione perché schiantarsi a certe velocità è molto doloroso!
Dio ha ascoltato il grido del suo
popolo in Egitto, un popolo oppresso dai sovrintendenti; anche noi oggi siamo
oppressi da una società atea e miscredente, ma quanto gridiamo a Dio? Ci siamo
mai chiesti perché non gridiamo più verso Dio? I motivi sono almeno due: o
perché non ci sentiamo oppressi o perché non crediamo più che Dio può sentirci.
In entrambi i casi la situazione è molto preoccupante! Lui vuole salvarci ma
noi non ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di Lui. Poi, magari, difronte ai
casi di cronaca come quelli riportati dal Vangelo ci chiediamo dove è Dio
oppure ci chiediamo cosa hanno fatto di male quelle persone! Ma la Sua risposta
è una pugnalata: “Credete che quei
Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei…? No, io vi dico, ma se non vi
convertite, perirete tutti allo stesso modo.” Non si tratta di una minaccia
ma di una lettura realista della situazione che ognuno di noi si trova a vivere
ogni giorno. La nostra situazione di autosufficienza e di superiorità difronte
agli eventi che ci accadono, fa sì che Dio non può intervenire in nostro favore.
La nostra salvezza non avviene per opera nostra, ma è nelle nostre mani: se non
ci convertiamo a Lui che cerca in tutti i modi di farsi vedere da noi, non
possiamo lamentare sofferenze.
Signore Gesù, onnipotente nella
misericordia, non ti stanchi mai di cercarmi con il tuo sguardo sereno e
benigno e non ti offendi se i miei sguardi sono attirati dalle banalità che il
mondo mi propone. Aiutami a sentire il tuo calore che viene a scaldare il mio
gelido cuore, fa che possa ogni giorno incuriosirmi di quel roveto che continua
ad ardere per me senza mai consumarsi e distogliere così lo sguardo da quegli
specchi per allodole che la società in cui vivo mi propone.
Spirito Santo fa che possa sentire
il bisogno di essere sostenuto nel cammino da qualcuno di più forte e esperto
di me.
Padre misericordioso allontana da
me ogni forma di autosufficienza affinché possa godere in eterno, già da ora,
della tua preziosa presenza nella mia semplice esistenza.
Amen.
Commenti
Posta un commento