"Misericordia io voglio e non sacrifici" (Mt 9,13)
10 febbraio 2016
Mercoledì delle ceneri
Il messaggio di papa Francesco
per questa quaresima inizia con queste parole: “Con il richiamo all’ascolto della Parola di Dio e all’iniziativa «24 ore per il Signore» ho voluto sottolineare il primato dell’ascolto
orante della Parola, in specie quella profetica. La misericordia di Dio è
infatti un annuncio al mondo…” (Messaggio del santo padre Francesco per la quaresima 2016, n° 1).
L’ascolto continuo della Parola ci rende fecondi, trasforma il nostro cuore e
ci “fa sperimentare un amore fedele e
così lo rende a sua volta capace di misericordia” (Messaggio, n° 3). Questa misericordia
divina che gratuitamente ci raggiunge in quantità smisurata, non può far altro
che trasformarsi motivandoci all’amore del prossimo, animando quelle che la
tradizione della Chiesa chiama opere di misericordia corporale e spirituale; queste
ci ricordano che la nostra fede deve tradursi in atti concreti e quotidiani.
Mentre pensavo che la
misericordia di Dio ci raggiunge abbondantemente immaginavo che in qualcuno potessero
sorgere frasi del tipo: “Ma dove, io non la vedo!”. Certo che per fare entrare
qualcuno in casa propria è necessario aprirgli la porta!
Primo passo per poter accogliere
la misericordia di Dio è quello di riconoscere di averne bisogno. Scrive ancora
papa Francesco: “Il povero più misero si
rivela essere colui che non accetta di riconoscersi tale” (Messaggio, n° 3). Il
gesto dell’imposizione delle ceneri ci deve aiutare ad abbassare la nostra
testa arrogante ed egoista per aprire la porta a Cristo che vuole entrare nella
nostra vita.
Ecco allora che in questa
quaresima ci sono proposti due gesti: da una parte l’ascolto della Parola e
dall’altra un gesto di carità. Sono i gesti di Maria che ascolta la Parola di
Dio portandola dentro di sé per farsi gesto profetico di Carità nell’evangelizzare
il mondo con la sua presenza: “Grandi
cose ha fatto in me l’onnipotente e santo è il suo nome: di generazione in
generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono” (Lc 1, 49-50).
Ogni giorno anche noi siamo
chiamati a leggere un brano prolungato della sacra scrittura in modo
continuativo, senza cercare di comprenderne il senso ma semplicemente
lasciandolo entrare dentro di noi. La Parola di Dio è viva e vivificante, se
apriamo le porte del nostro cuore essa non potrà far altro che sedimentare
dentro di noi e al momento giusto produrre i suoi frutti.
Ma accanto a questo siamo
chiamati anche a fare un gesto di Carità. Il digiuno che in questa quaresima
siamo chiamati a fare non può ridursi soltanto all’astinenza da qualche
sostanza: c’è chi smette di fumare, chi smette di bere caffè, chi smette di
mangiare dolci, chi smette di bere alcolici … queste rinunce non possono essere
solo un momento di disintossicazione, passati i 40 giorni ricomincio come
prima; magari hanno così prodotto un beneficio temporaneo al corpo ma lo
spirito … è lo stesso di prima! Le rinunce che noi facciamo con il digiuno devono
ricadere necessariamente su qualcuno che si trova in una situazione di bisogno.
Ecco allora che nei cammini di quaresima quest’anno trovate un piccolo
sacchettino di stoffa, dovrebbe diventare il vostro piccolo salvadanaio nel
quale mettere giorno dopo giorno il frutto del vostro digiuno.
Per chi? Per che cosa?
Per tradizione la quaresima è
missionaria, raccoglieremo questi frutti nell’apposito contenitore e al termine
della quaresima li consegneremo al centro missionario diocesano per sostenere
le opere delle nostre missioni in Costa d’avorio, in Bolivia e a Cuba.
Che questo periodo penitenziale
che oggi iniziamo possa portare grandi frutti al vostro spirito. La
misericordia di Dio possa abitare nei vostri cuori e possiate così cantare con
Maria la misericordia con cui Dio vi ha prescelti.
Buona quaresima
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