Tentati dal diavolo, fortificati dallo Spirito
14 febbraio 2016
1^ domenica di Quaresima
Dt
26,4-10 ; Sal 90(91) ; Rm 10,8-13 ; Lc 4,1-13
In questa 1^ domenica di
quaresima, Pasqua della settimana, le letture ci mettono all’erta sulle
tentazioni che riempiono la nostra vita e che spesso non vediamo.
All’inizio del suo ministero,
subito dopo essere stato battezzato, Gesù viene mandato dallo Spirito nel
deserto. Qui sperimenta tutte le fatiche dell’esistenza umana, come se vivesse
un periodo di forte purificazione per poter affrontare ciò che lo aspetterà nei
tre anni successivi. Come il metallo viene temprato e purificato nel fuoco così
Gesù viene temprato nel deserto. Ma è ciò che pure noi siamo chiamati a vivere
nella nostra esistenza. Proviamo ad analizzare le tentazioni e ci renderemo
conto di quanto ci sono famigliari.
Dopo quaranta giorni nel deserto
è plausibile che Gesù abbia fame, il diavolo fa proprio leva su questa
debolezza temporanea di Gesù: “Se tu sei
il figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. Gesù potrebbe
benissimo fare questo miracolo, dopotutto riuscirà a sfamare i 5000 con i tre
pani e due pesci, ma c’è una differenza fondamentale: Gesù non vuole e non può
usare il suo potere divino per sé stesso, i suoi poteri sono a servizio dell’umanità
sofferente.
Proviamo a pensare alle capacità
che il Signore ci ha donato, quei talenti che conserviamo nel nostro cuore, per
cosa li usiamo? Spesso e volentieri per noi stessi, per accrescere il nostro
orgoglio, per abbellire la nostra persona, la nostra casa, per diventare più
grandi davanti agli uomini … ma quanto bene potremmo fare con questi talenti? “Non di solo pane vive l’uomo” ma del
tanto amore/carità che possiamo dare ai fratelli.
Ecco allora la seconda
tentazione: il diavolo mostra a Gesù tutti i regni della terra promettendogli
potere e gloria su di essi. Gesù è già destinato dal Padre suo a diventare il
Signore di tutti i regni della terra, non c’è bisogno che il diavolo, che tra l’altro
non li possiede, gli li dia. Dove sta la tentazione? Nel non cercare
scorciatoie. Spesso noi ci diciamo “il fine giustifica i mezzi”. È la
tentazione più insidiosa che il diavolo mette nella nostra testa. Dobbiamo
imparare a rispettare i tempi di Dio e avremo tutto. Usare mezzi cattivi per
raggiungere un fine buono è un grave peccato che dobbiamo eliminare dalle
nostre abitudini. I mezzi cattivi infatti ci mettono a servizio del tentatore
mentre solo “il Signore, Dio tuo,
adorerai: a lui solo renderai culto”. Quando ci prepariamo alla confessione,
e facciamo scorrere i dieci comandamenti, spesso scavalchiamo i primi, ma come
abbiamo appena visto sono i più fragili, la tentazione di mettersi dalla parte
di altri dei, e quindi del diavolo, è sempre dietro l’angolo.
La terza tentazione è quella più
insidiosa per Gesù. Il diavolo suggerisce a Gesù di gettarsi dal pinnacolo più
alto del tempio di Gerusalemme per far intervenire gli angeli a salvarlo. In
altre parole suggerisce a Gesù di tentare Dio imponendogli la sua volontà. Ma
la cosa più insidiosa è che il diavolo usa proprio la parola di Dio a sostegno
della sua tesi. Quante volte anche noi, forti di qualche versetto sigillato
nella nostra memoria, ci rivolgiamo a Dio cercando di imporgli i nostri
desideri: “fai questo, fai quello, …” è pura presunzione. Dio sa bene ciò che è
meglio per l’uomo di ogni tempo e soprattutto sa come raddrizzare le righe
storte su cui noi scriviamo la storia. Certo non sempre ciò che viviamo o
vediamo è quello che avremmo immaginato; spesso non sembra neppure la cosa
migliore per noi o per coloro a cui accade. Come Gesù nell’orto degli ulivi
dovremmo essere capaci di dire “Non la
mia, ma la tua volontà Signore!”.
In questo tempo penitenziale che
è la quaresima cerchiamo di tenere sotta la lente di ingrandimento questi
nostri comportamenti, affinché, come abbiamo pregato nell’orazione colletta all’inizio
della messa, “nutriti con il pane della
tua parola e fortificati dal tuo Spirito, vinciamo con il digiuno e la
preghiera le continue seduzioni del maligno”.
Amen.
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