A cavallo di una bestia da soma ...


5 aprile 2020
Domenica delle Palme – A
Mt 21,1-11 ; Is 50,4-7 ; Sal 21(22) ; Fil 2,6-11 ; Mt 26,14-27,66


Quest’oggi la Chiesa apre una settimana speciale, la chiamiamo Settimana Santa, è la settimana di passione morte e risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. Apriamo questa settimana con la Domenica delle Palme o Domenica della Passione. I riti di questa settimana sono particolari, quest’anno certamente avranno un sapore ancora più strano. Sono riti che hanno un sapore antico, ricco di tradizione, ricco di memoria storica, ricco di fede.
La celebrazione di questa domenica si apre con la lettura del vangelo dell’ingresso messianico in Gerusalemme. Ogni giorno di questa settimana sarà accompagnato dal vangelo che racconta gli eventi, quasi in forma cronologica, dell’ultima settimana che Gesù ha trascorso nella città santa. Quante volte Gesù sarà andato a Gerusalemme? Almeno una volta l’anno per celebrare la Pasqua con i suoi amici. Questa volta però lo fa in modo diverso. Gli stessi suoi discepoli fanno fatica a comprendere alcune parole ed alcuni gesti che il maestro dice e compie in questi giorni. Loro stessi faranno tesoro di quel “non compreso” nella speranza che un giorno, presto o tardi, i loro occhi e i loro orecchi potrebbero aprirsi all’ignoto. Anche noi non dobbiamo avere la pretesa di comprendere tutto anzi, probabilmente comprenderemo molto poco ma certamente quel poco basterà per farci fare un piccolo passo in avanti nel nostro cammino di fede.
Dunque, concentriamoci sull’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Si tratta dei giorni che precedono la Pasqua e certamente una grande folla di gente si trova fuori dalla città santa per la purificazione rituale, anche Gesù si mischia in questa massa (lo fece anche il giorno del suo battesimo al Giordano), anche Gesù, che non ha nulla da purificare, si prepara per attraversare le porte di Gerusalemme. Ma la sua preparazione è particolare. Certamente attorno a lui qualcuno ha iniziato a storcere il naso e qualcun altro invece si sarà stupito, qualcuno lo avrà ammirato e qualcun altro invece lo avrà denigrato. Cosa fece? Forse agli occhi di un non giudeo, come potrebbero essere i nostri, nulla di strano ma il giudeo che ha visto Gesù salire su “di un’asina e il suo puledro” e partire dal “Monte degli Ulivi” per entrare in Gerusalemme … beh certamente non potevano non venire in mente le parole dei profeti che avevano annunziato l’ingresso del Messia proprio su di una bestia da soma e avevano profetizzato che l’ultimo ritorno del Signore sarebbe avvenuto al Monte degli Ulivi … insomma grandi attese.
Cosa succederà? Saranno davvero i tempi in cui si inaugurerà un tempo di pace per il popolo prescelto?
A noi oggi cosa insegna Gesù?
Certamente che colui che è veramente “un grande” non è colui che con la forza si impossessa della vita degli altri, non su carri e cavalli conquista la città, ma nell’umiltà di colui che cavalca una bestia da soma.
Il grande trono su cui Dio salva l’umanità non è un carro da guerra ma l’animale che si carica dei pesi degli altri, è la carità, è il portare gli uni i pesi degli altri, è l’asina con il suo puledro, è la croce di Gesù.
Anche noi siamo chiamati a rivedere la nostra vita alla luce di questo ingresso messianico di Gesù. Siamo chiamati ad investire i nostri beni nella carità, proprio come i poveri a Gerusalemme hanno gettato i loro mantelli sull’asina e sul puledro e sulla strada per dare dignità al re. Il mantello per un povero è tutto, è giaciglio, è abito, è casa … anche Gesù salendo sulla croce getterà via il suo mantello per essere in tutto e per tutto come coloro che hanno investito la loro esistenza per lui.
L’invito di questa domenica dunque è quello di essere aperti alla Carità, di avere un occhio di riguardo per i poveri, per gli esclusi, per gli emarginati. In questi giorni nessuno può dire di non aver occasione di investire, non dico tutto ma, qualcosa di sé per qualcun altro. I bisogni sono tanti e le occasioni … beh quelle bisogna inventarle.
Buona Settimana Santa a tutti.

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