Una Pasqua di liberazione
S. Pasqua 2020
In questi giorni stiamo facendo esperienza del vuoto.
Sono vuote le nostre chiese.
Sono vuote le nostre scuole.
Sono vuote le nostre fabbriche.
Sono vuote le nostre strade.
Sono rimaste vuote tante nostre case.
È vuoto il sepolcro in cui Il Maestro Gesù è stato sepolto.
Ma proprio mentre descrive questo vuoto l’evangelista
Giovanni dice del discepolo amato: “e vide e credette” (Gv 20,8). È proprio
vedendo il vuoto lasciato dalla sofferenza e dalla morte (le bende e il sudario
abbandonati) che l’apostolo può credere che il Maestro è vivo.
Ma c’è un altro testo di vangelo che mi ha aiutato in questi
giorni. È il capitolo 24 di Luca che probabilmente nessuno quest’oggi leggerà
visto che è proposto per la messa serale del giorno di Pasqua. In questo brano
si racconta dell’esperienza di vuoto lasciata dalla morte di Gesù. I due
discepoli di Emmaus tornano alle loro case rattristati, arrabbiati perché le
loro aspettative sono state infrante. Un po’ come le nostre aspettative, visto
che nessuno si aspettava ciò che stiamo vivendo ma tutti ci aspettavamo tempi
sempre migliori. Neppure il camminare e il chiacchierare con quello straniero,
che poi si rivelerà essere Gesù Risorto, riesce a lenire il loro dolore. Anche
noi in questo tempo abbiamo un compagno di viaggio che facciamo fatica a
riconoscere. Sarà soltanto dopo aver accolto quest’uomo in casa propria e aver
condiviso con lui la propria mensa (carità) che … nello spezzare il pane
(eucarestia) … lo riconoscono. E lui scompare! Un altro vuoto si fa strada
nella vita di questi due discepoli. Si tratta però di un vuoto diverso, un
vuoto ripieno della presenza del Risorto, un vuoto ripieno della Speranza che
era stata perduta, un vuoto che ha riempito le loro vite di Gioia, energia e
coraggio.
Presto, mi auguro, anche noi ci lasceremo alle spalle tutto
il vuoto che questa pandemia sta creando in noi ed attorno a noi. Presto saremo
chiamati a tornare alla normalità (sempre che questa parola abbia un
significato ben preciso!). Presto torneremo anche noi a fare l’esperienza
settimanale del pane spezzato. Abbiamo trascorso un po’ di mesi ascoltando la
sua Parola e torneremo a sederci attorno a quella mensa.
Mi chiedo se il digiuno forzato dell’eucarestia abbia
accresciuto in noi il desiderio di poterla ricevere oppure la convinzione che
possiamo farne a meno. Quel bellissimo capitolo 24 di Luca, che è una catechesi
eucaristica completa, ci mostra il grigiore sui volti dei due discepoli che non
hanno compreso la Parola. Un grigiore che, man mano si lasciano scaldare il
cuore dalle Parole di Gesù, lascia lo spazio a pennellate calde di colore fino
a mostrarci un fuoco che arde nei loro cuori, un fuoco che si tramuta in una
energica corsa a ritroso fino a farli tornare al punto di partenza. Quella strada
percorsa alla luce del sole (ma con tanto buio dentro il cuore) sembrava
interminabile; nel buio della notte (ma con la luce della Pasqua nel cuore) ogni
ostacolo è scomparso e ogni paura svanita.
Che questa Pasqua possa portare a tutti fresche pennellate dei
colori della primavera perché una nuova vita ricca di Speranza e Gioia è all’orizzonte
e non possiamo lasciarcela scappare.
Santa Pasqua di risurrezione a tutti!
Favolosa
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