Figlio o servo?
10 marzo 2013
IV domenica di
quaresima – C
Gs 5,9a.10-12 ; Sal 33(34) ; 2Cor 5,17-21 ; Lc 15,1-3.11-32
In questa 4^ domenica di quaresima, pasqua della settimana, la Parola
di Dio ci porta a scoprire il volto del Padre.
Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato, e le letture che lo hanno
preceduto, ci consegnano infatti, come personaggio chiave la figura del Padre.
Un padre con un volto particolare.
Soffermiamoci sul vangelo. Tre personaggi di cui al centro troviamo un
padre. Quali caratteristiche ha questo padre? Le scopriamo dagli atteggiamenti
che ha nei confronti dei suoi figli.
Con il figlio minore, quello che lo desidera morto (vuole la sua
eredita!), non va a litigare, ma lo lascia fare, gli lascia fare l’esperienza
che desidera. Probabilmente il padre può già immaginare che, visto l’egoismo
che impera nella vita del figlio, ben presto “tutti i suoi averi” spariranno nel nulla. E così avviene. Ed ora
che questo padre è stato abbandonato dal figlio cosa fa? Lo attende. Per fare
cosa? Per rinfacciargli che aveva ragione? Per mostrargli ancora una volta che
non vale niente? Che non è riuscito nei suoi intenti? Che è immaturo? Che non
sa assumersi le proprie responsabilità? Probabilmente noi avremmo reagito così,
ma lui? Lui no. Quando vede il figlio tornare a casa con la coda tra le gambe
gli corre incontro e gli ridona tutta la sua proprietà. Ricordiamoci che questi
aveva già ricevuto la sua parte di eredità quindi tecnicamente non gli
spetterebbe più nulla!
Veniamo ora al figlio maggiore. Questi dice di essere sempre stato a
servizio del padre senza mai ricevere nulla! Ma sentite cosa gli risponde il
padre: “Figlio tu sei sempre con me, e
tutto ciò che è mio è tuo”. Di nuovo quel volto che non guarda in faccia a
nulla. Il volto della misericordia. Il volto di colui che non tiene nulla per
se ma condivide tutto con i figli che ama.
Un personaggio di questo tipo ci mette un po’ di confusione in testa.
A prima vista, dato che già conosciamo la parabola e sappiamo che si
tratta di Dio e del perdono che ci da, non ci facciamo molto caso, ma se ci
soffermiamo e cerchiamo di entrare dentro la storia … allora non ci orientiamo
più. Quando finalmente anche noi, come il figlio minore, riusciremo a scoprire
quel volto, allora faremo l’esperienza narrataci dalla prima lettura. Finirà la
quaresima, durata 40 anni nel deserto, e finalmente entreremo in possesso della
terra promessa e allora sarà finalmente Pasqua. Allora potremmo davvero
festeggiare godendo di tutti i frutti abbondanti che questa terra ci consegna.
La nostra vita invece è più simile a quella del figlio maggiore:
viviamo col Padre ma senza neppure renderci conto di essere figli. Con troppa
fatica riusciamo a comprendere che tutto ciò che è di Dio è anche nostro perché
con troppa fatica ci riconosciamo suoi figli.
Signore Gesù, morendo in croce per ognuno di noi, tuoi fratelli, ci hai
mostrato l’Amore smisurato che il Padre ha per ognuno dei suoi figli. Io con
troppa difficoltà riesco a guardare in faccia questo Amore. Mi fa paura, è
troppo grande, è al di fuori della mia portata!
Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio, aiutami a risorgere,
aiutami a sentire la mancanza di quel padre che rifiuto ogni giorno con le mie
azioni, aiutami ad accorgermi che il Padre non smette mai di cercarmi con lo
sguardo fisso all’orizzonte.
Padre misericordioso, accoglimi di nuovo nella tua casa, aiutami a far
festa con tutti i miei fratelli che ritornano a te, fa che un giorno possa
anche io amare almeno un po’ come mi Ami tu.
Amen
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