Pace e fraternità sono possibili in questo mondo?
5 maggio 2013
VI domenica di Pasqua
At 15,1-2.22-29 ; Sal 66(67) ; Ap
21,10-14.22-23 ; Gv 14,23-29
In questa sesta domenica
del tempo pasquale, Pasqua della settimana, la Parola di Dio ci porta a
riflettere sul grande tema dell'unità.
Si tratta di una unità
tra gli uomini che parte dall'unione con Dio.
La prima lettura ci racconta un
evento storico fondamentale della nostra esistenza cristiana: il primo
concilio. Tutta la Chiesa delle origini infatti si riunisce per deliberare su
una questione fondamentale. Banalizzando un po' potremmo dire: per divenire
cristiani è necessario prima essere ebrei? Oggi ci fa sorridere ma a quel tempo
si trattava di una questione fondamentale. Il Vangelo di Gesù iniziava ad
uscire dai confini della Palestina e ormai anche i pagani chiedono il
battesimo, come fare?
La risposta è utile anche a noi oggi:
è
necessario sopra ogni cosa rispettare gli insegnamenti di Gesù, in secondo luogo siamo
tenuti tutti a rispettare le tradizioni della nostra ed altrui cultura.
Perché dico che è utile anche a noi
questa decisione? Anzitutto per il modo in cui è stata presa: tutti insieme
nello Spirito Santo (è parso bene allo
Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose
necessarie). È
nella preghiera e nella condivisione che nasce il rispetto e l'accoglienza
reciproca. Solo restando uno con Dio
possiamo a nostra volta imparare ad accogliere l'altro per ciò che è e magari anche a
cogliere quegli aspetti fondamentali che mi aiutano a crescere.
Quello di cui stiamo
parlando è
la conseguenza della promessa che Gesù
ci consegna nel Vangelo: il dono dello Spirito, del Consolatore. È questa la pace che Gesù ci lascia. Non sta
parlando dell'assenza di guerra. La pace che Gesù ci dona è un modo di essere, di stare con Lui. È il grande insegnamento
che oggi ci viene dalle letture.
Anche il brano tratto dall'Apocalisse
di San Giovanni dice questo. La città eterna di cui parla ha 12 porte
d'ingresso, simbolo di una sua apertura a tutti. Inoltre queste 12 porte sono
tre per ogni lato del quadrato delle mura che circonda la città. Tutti sono
invitati ad entrarci, sia che vengano dal nord sia che vengano dal sud,
dall'Oriente o dall'Occidente. Non ci sono restrizioni. Questa città è una
grande fortezza, ciò che la rende sicura è proprio la sua universalità. È la
Pace di Dio che dimora in essa. È la pace che colma ogni essere umano che vi
vuole entrare.
A noi oggi tutto ciò insegna uno stile di
vita così
differente da quello a cui siamo abituati! Sempre con troppa difficoltà ci lasciamo toccare da
culture diverse dalle nostre, sempre con troppa difficoltà riconosciamo anche
negli altri una possibilità
per crescere, sempre con troppa difficoltà
ci troviamo a nostro agio con chi non condivide totalmente o quasi il nostro
pensiero.
Eppure ci sono posti su questa terra
in cui tutto questo è possibile, sono posti che attirano centinaia e anche migliaia di giovani ogni
settimana, sono posti in cui si respira la Pace di Dio. Posso solo portare l'esempio
che conosco bene e che ogni anno frequento. Nella comunità ecumenica di Taizè
tutto questo avviene con spontaneità durante tutto l'anno e chi ci trascorre
del tempo, tornando a casa, desidera condividere questo stile di vita con i
propri cari. Mi chiedo sempre come mai per noi è così difficile! Un giorno o
l'altro forse potrò capirlo ... o forse no.
tu ci doni la tua Pace,
ma a noi fa comodo
vivere nella nostra guerra.
Tu ci chiami fratelli,
ma a noi fa comodo aver
paura dell'altro.
Tu ci inviti ad entrare
nella tua città
eterna,
ma a noi fa comodo
barricarci nelle nostre piccole case.
Manda il tuo Spirito,
illumina le nostre
menti,
ardì nei nostri cuori;
le nostre esistenze
siano sconvolte
e possano essere un
segno indelebile del tuo amore
per ogni uomo che vive
sulla terra.
Amen
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