Il Paradiso sulla terra

16 agosto 2015
XX domenica TO
Pr 9,1-6 ; Ef 5,15-20 ; Gv 6,51-58
In questa 20^ domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola di Dio riporta la nostra attenzione sul tema dell’eucarestia. Mi vien da dire che le parole di quest’oggi sono le più scottanti, sono quelle che toccano i temi più spinosi e scomodi. Riascoltate le parole di Gesù:
“Il pane che io darò è la mia carne.  … Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. … Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. … Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. … Colui che mangia me vivrà per me. … Questo è il pane disceso dal cielo.”
Sono frasi che fanno rabbrividire, saranno da prendere sul serio o sono immagini per dire altro? Non sono immagini, si tratta di parole da prendere alla lettera.
L’eucarestia è vero corpo e sangue di Cristo. Ogni volta che facciamo la comunione lo confermiamo rispondendo al sacerdote che ci offre “il corpo di Cristo”, quando diciamo “Amen “ cioè “ci credo”. Purtroppo per una catechesi troppo rigorista del passato ancora oggi molti cristiani non si cibano regolarmente del corpo di Cristo, eppure tutti speriamo nella vita eterna! “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” subito da quell’istante. Il paradiso non è un qualcosa che riguarda il nostro futuro ma è un qualcosa che entra nel nostro presente se lo desideriamo, se mangiamo questa carne e beviamo questo sangue.
E cosa è il paradiso che potremmo già vivere in questo momento? Ce lo annuncia Paolo con le parole della seconda lettura: “siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con Salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.”
Lo Spirito che abita in noi dal battesimo, rigenerato continuamente con il cibo eucaristico ci porta a vivere insieme da fratelli, in una lode continua al Signore, è il paradiso sulla terra. 
Ecco allora che dobbiamo cibarci di questo corpo e sangue del Signore Gesù per rigenerare il nostro corpo, per divenire ogni giorno a immagine di colui che per noi si è offerto come vittima di espiazione dei nostri peccati.
Perdonatemi se vi dico di nuovo quello che sto per dirvi ma immagini che dentro qualcuno di voi sorgano dei dubbi e delle perplessità. In tanti anni che vado a Taizé con un gruppo abbastanza stabile di giovanotti mi sono reso conto che uno dei segreti di quella comunità sta proprio nella comunione quotidiana affiancata all’abbondante Parola di Dio. Questi ragazzi, che magari nelle loro comunità non si comunicano neppure alla domenica, in quei sette giorni di poi di anno in anno fanno dei cambiamenti notevoli nei loro rapporti con i fratelli. Il loro sguardo diviene sempre più aperto e le loro attenzioni verso i più bisognosi sempre più delicate.
Mangiamo questo prezioso cibo che ci viene donato, è un potente antidoto contro le devianze di questo mondo, è l’ingresso nel paradiso già su questa terra, è l’inizio di quel mondo senza cattiverie che ognuno di noi desidera ardentemente.

E così sia

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