Ci hanno rubato il Natale!
Natale 2016
Ci hanno rubato il Natale!
Non ci avete mai pensato? Tutto
attorno a noi parla del Natale, in televisione vediamo palline colorate che
addobbano gli studi televisivi, le pubblicità si riempiono di rosso e di oro,
le nostre strade sono tempestate da lucine colorate, gli alberi di Natale
abbondano per le strade e nelle case, tutti impazziscono per comprare i regali
più alla moda. Non parliamo poi della solidarietà che in questo periodo
raggiunge ogni anno picchi impensabili in altri periodi; mi chiedo se si tratta
di vera solidarietà o di un modo quasi intelligente che abbiamo escogitato per
cicatrizzare gli odi e le liti che coviamo o inneschiamo durante tutto l'anno.
A Natale si è tutti più buoni!
Non c'è stupidaggine maggiore di questa! A Natale si è tutti più falsi! Questo
dovremmo dire! Già perché il 26 dicembre ricominciamo a litigare con vicini e
parenti, magari proprio con quelle persone a cui la notte prima, fuori da una
chiesa abbiamo stretto la mano e abbiamo detto ‘Auguri!’ con un sorriso a
trentasei denti.
Che bello partecipare alla messa
di mezzanotte, qualcuno ci fa anche la guerra col parroco pur di non spostare
l'orario, che bello poi fermarsi in piazza e scambiarci gli auguri! Ma in tutte
le altre domeniche dell’anno dove è la maggior parte di questa gente? Natale è
solo panettone, pandoro e vin brûlé?
A Natale noi festeggiamo una nascita
così importante che anche la storia è divisa in due da essa. Quel Gesù che
nasce a Betlemme, ha segnato le sorti dell’intera umanità, oggi però ce ne
siamo dimenticati. Il Natale è il bambino deposto nel presepio, tutto il resto
è di più, è coreografia.
Ecco perché ci hanno rubato il
Natale!
Entriamo invece in questo
mistero. Un bambino, che ha bisogno di tutto e di tutti per poter crescere,
quel bambino è il figlio di Dio, Dio lui stesso. Quel bambino ha bisogno di noi
per entrare nella storia dell'umanità. Ha avuto bisogno di Maria, di Giuseppe,
dei pastori, tutta gente semplice che ha avuto il coraggio di mettersi in
viaggio, di abbandonare le proprie case, le proprie tende. Certamente non ha
bisogno di Erode né dei sacerdoti del tempio che non hanno voluto schiodare il sedere
dalle loro poltrone.
Questo Gesù, che oggi vuole
nascere nella nostra storia, ti chiede di metterti in cammino e di fuggire
lontano dal potere e dalle ricchezze, questo bambino ti chiede di tornare in
Egitto, là dove per tanto tempo il suo popolo è stato sottomesso ingiustamente
e reso schiavo. Questo bambino ci chiede di abbassare le nostre saccenti creste
per crescere nell’umiltà di coloro che, non avendo nulla, sono disposti a
seguirlo per strade sconosciute e scomode.
Siamo abituati a pensare al
presepio come ad una situazione di gioia e serenità, ogni tanto lo confondiamo
con una favola a lieto fine e ci dimentichiamo che si tratta invece di pura
realtà, talmente vera e talmente umana che è impregnata di sangue e di
violenza. Pensate alla strage degli innocenti, pensate alla famiglia di
Giuseppe che ha dovuto fuggire profuga in una terra straniera. È la cronaca dei
nostri giorni, la storia insegna, laddove l'uomo vuole imporsi con il potere,
popolazioni intere devono subire cattiverie.
Quante volte anche in questi giorni
di confessioni mi è stata confidata la difficoltà nel credere a Dio a causa di
tutto il male che oggi avviene nel mondo!
Ebbene dove nasce Gesù
quest'anno? Ancora una volta nasce in Siria, in una strada bombardata di
Aleppo, nasce su uno di quei barconi che rischia di affondare in mare ogni
giorno, nasce nelle strade di Berlino segnate da una violenza incomprensibile,
nasce nelle nostre case piene di odi e di violenza, nasce .... in ogni posto
deve c'è bisogno di lui.
Nelle nostre chiese in questi
giorni abbiamo portato la luce di Betlemme, la luce della pace. Non è strano
che questa luce, il testimonial della pace e della fraternità, arrivi proprio
da una delle terre più martoriate della storia? Non è un caso dunque che Gesù
abbia scelto la Palestina per nascere. “Non
sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati” (Mt 9,12) e Gesù
nasce proprio in mezzo ai malati.
Riprendiamoci il Natale!
Riconosciamoci anche noi i bisognosi
delle cure di Gesù, riconosciamoci anche noi bisognosi della sua presenza.
Riprendiamoci il Natale!
Lasciamolo nascere nelle nostre
case, lasciamolo nascere nella nostra vita.
Riprendiamoci il Natale!
Che questo Natale non duri un
giorno soltanto ma sia l'inizio di una adozione permanente di Gesù nella nostra
quotidianità.
Riprendiamoci il Natale!
È il regalo più bello che Dio
possa fare all’uomo di ogni tempo.
Buon natale!
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