Il volto di Dio nel volto dell'uomo

1 gennaio 2017
Maria SS Madre di Dio
Nm 6,22-27 ; Sal 66(67) ; Gal 4,4-7 ; Lc 2,16-21
In questo primo giorno dell’anno, che quest'anno coincide pure con la prima domenica dopo Natale, festeggiamo solennemente Maria SS Madre di Dio e, per volontà di Paolo VI che la istituì 50 anni fa, la giornata mondiale della pace.
Le letture di oggi pare che ci invitino a guardarci allo specchio. Quel volto di Dio, che Mosè ha desiderato tanto di vedere, in questi giorni ci viene consegnato nel volto di un bambino. Un bambino che porta necessariamente anche i tratti del volto della madre. Questo Dio che viene a noi nella carne, deve prendere in prestito i tratti del volto dell’umanità. È grazie a questo immenso mistero che nel nostro volto possiamo e dobbiamo riuscire a vedere il volto di Dio. Lui ha deciso di mostrarsi nel mondo attraverso la nostra pochezza affinché il mondo potesse sperimentare la sua immensa grandezza.
Ma quali sono i tratti di questo volto? Come riuscire a riconoscere ciò che è proprio di Dio e ciò che è proprio dell’uomo?
L’atteggiamento dei pastori è un primo grande insegnamento: semplicità, capacità di mettersi in moto, apertura della mente, coraggio di vedere l’invisibile. Sono alcune caratteristiche che permettono loro di stupirsi difronte alla magnifica sorpresa di un piccolo bambino. 
E poi c'è l’atteggiamento di Maria che pur non comprendendo quello che succedeva, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Ed infine c'è l’atteggiamento di Giuseppe. Di lui il testo dice semplicemente che era presente. Una presenza silenziosa e preziosa. Giuseppe c'è e questo è il contributo più importante che un uomo possa dare alla propria donna nel difficile momento in cui deve decidere le sorti del proprio bambino. 
Sono tutti atteggiamenti semplici, mi piace considerarli come dei piccoli passi silenziosi compiuti in punta di piedi. Dio si mostra all'uomo proprio in questo silenzioso e rispettoso susseguirsi di atteggiamenti di libera e gioiosa manifestazione dei propri sentimenti.
Ciò che il mondo di oggi ci propone invece è la caotica violenza che ci costringe ad azioni nelle quali facciamo fatica a riconoscerci ma che non portano a nessuna critica perché conformi al sentire comune. Questa è la più infida delle violenze che un uomo possa subire. 
Guardarci allo specchio ed imparare a vedere il volto di Dio, ci aiuta a scorgere anche nel volto dell’altro i tratti di quello stesso volto che ci ha creati. Riconoscersi quindi figli di Dio ci aiuta a riconoscerci fratelli e riconoscerci fratelli ci aiuta a trovare le energie per cercare di affrontare diversamente ogni motivo di conflitto. 
“Tutti desideriamo la pace; - dice il Papa concludendo il suo messaggio – tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla. Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace.”
Buon 2017

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