speranza e realismo
8 dicembre 2016
Immacolata Concezione della
B.V.M.
Gen 3,8-15.20 ; Sal 97(98) ;
Ef 1,3-6.11-12 ; Lc 1,26-38
Quest’oggi la Chiesa rompe il
tempo dell’attesa per festeggiare solennemente l’Immacolata Concezione di
Maria. È una solennità carica di speranza e di realismo. È una solennità che ci
aiuta a leggere la nostra esistenza alla luce dell’Amore del creatore.
Nella prima lettura che tutti ben
conosciamo ci è offerto un testo che ci aiuta a comprendere come mai siamo così
dubbiosi, forse dovremmo dire impauriti, all’idea che Dio vigila su di noi,
all’idea di un Dio che può tutto su noi e attorno a noi. Il nostro vivere
nascosti a Dio è causa del peccato che commettiamo continuamente, purtroppo
senza rendercene molto conto. Provate a pensare la grandezza della sapienza di
qualche migliaio di anni fa, quando fu scritto questo testo: Adamo scarica la
colpa sulla donna, la donna la scarica sul serpente. Altro che psicologia!
Anche noi facciamo allo steso modo: “Fanno tutti così! Io non centro, me
l’hanno consigliato altri!” Ma in fondo a questa logica ci sta il versare la
colpa su Dio stesso: “la donna che tu mi hai posto accanto” dice
Adamo. Dio è la causa di tutto, in ultima analisi anche del male! Pensiamo alle
catastrofi o alle stragi e alla solita domanda che si solleva: “Ma Dio dove è?”
Ma siamo sicuri che questa è la
domanda giusta? A me pare che queste parole scimmiotteggiano quelle di Dio: “Adamo dove sei?” Oggi Dio chiede a me,
ad ognuno di noi: “Dove sei? Perché ti nascondi?” Dio non vuole condannarci né
farci del male ma “ci ha scelti prima
della creazione del mondo per essere santi e immacolati … secondo il disegno
della sua volontà”. Ciò che noi festeggiamo di Maria non è uno speciale
favore che Dio le ha concesso creandola senza peccato ma festeggiamo un
qualcosa che Dio ha iniziato a fare con lei e che desidera fare con tutti:
donare tutto il suo bene, far conoscere il suo infinito amore che salva e
strappa la nostra vita dalla solitudine e dal peccato.
Non che Maria sia stata
incosciente o cieca di fronte alle fatiche. Il testo del vangelo dice
chiaramente che anche in lei come in ognuno di noi c’è del timore eppure ha
avuto la forza di porsi serenamente aperta e capace di lasciarsi condurre da
Dio.
Mi sembra bella anche un’altra
sottolineatura che possiamo fare: siamo soliti pensare che l’angelo appare a
Maria, in realtà il testo dice che “l’angelo
Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth …
Entrando da lei …”. L’angelo è entrato da Maria non è apparso dal nulla. È
entrato nella sua vita così come ogni giorno tanti uomini e tante donne entrano
nella nostra vita nei modi più diversi. Chissà quante volte nella nostra vita
abbiamo chiuso la porta a Dio che voleva entrare nella nostra quotidianità.
Senza rendercene conto. Perché Dio usa mezzi comuni per dirsi a noi e per
suggerirci cosa può portarci ad essere sereni e realizzati.
Abbiamo detto all’inizio che la
solennità che stiamo festeggiando è carica di speranza e di realismo. Mi pare
che il realismo l’abbiamo visto fino ad ora, per quanto riguarda la speranza,
abbiamo già detto qualcosa ma la possiamo vedere anche al termine del brano
della Genesi, quando si dice che “L’uomo
chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi”. Questo
richiamo alla maternità e alla paternità, questo dare un futuro al mondo con i
propri figli è la speranza più grande che l’uomo di allora ma penso anche di
oggi, possa portarsi nel cuore.
Padre creatore, Signore del tempo
e dell’eternità, donaci speranza. Fa che abbiamo il coraggio di accoglierti
nelle nostre giornate proprio come fece Maria. Aiutaci a guardare nel futuro
con la gioia di chi sa di poter migliorare il mondo. Aiutaci a prendere
coscienza del tuo disegno d’amore che hai per ognuno di noi.
Maria, tu che per prima hai
accolto il messaggio d’Amore di Dio per l’umanità, insegnaci la via, donaci la
forza e accompagnaci nelle scelte, perché anche noi, oggi possiamo innestare
nel mondo quel seme di speranza e di amore di cui tanto abbiamo bisogno.
Amen
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