Lui deve crescere, io diminuire
16 agosto 2017
San Rocco
Nel martirologio troviamo accanto
al nome di S. Rocco, l’appellativo: pellegrino. Quest’anno mi ha fatto
parecchio pensare perché la nostra vita è un pellegrinaggio. Quindi mi sono
lasciato un po’ trasportare dagli eventi della vita di Rocco per verificare in
che modo sto camminando.
Anzitutto sappiamo che Rocco
nasce in una famiglia benestante come frutto di parecchie suppliche alla
Vergine Maria da parte di una coppia che desiderava tanto un figlio ma non
poteva averlo. Potremmo dire che Rocco è un figlio prediletto da Dio, nasce
addirittura con una voglia a forma di croce sul petto quasi un segno della sua
appartenenza.
Potremmo immaginare la sua vita
ripiena di grazie: da un lato i genitori terreni benestanti e dall’altro il
padre del cielo che lo protegge. Ma le cose nella vita non vanno sempre nella
direzione che l’uomo può immaginare, questo noi lo sappiamo bene. Rocco a soli
vent’anni resta orfano di entrambi i genitori. Penso che il primo pensiero
potrebbe essere stato quello che anche Dio lo ha abbandonato, o per lo meno
forse oggi il ventenne medio avrebbe pensato così.
E così, rimasto senza genitori
terreni, abbandonato dal padre celeste … gli rimanevano ancora le ricchezze di
famiglia. Perché non abbandonarsi alla bella vita. Quante volte oggi ci
sentiamo dire che se hai i soldi hai tutto! Invece Rocco prende una decisione
diversa: vende tutti i suoi averi e si affiglia al terz’ordine francescano,
indossa l’abito del pellegrino e inizia il suo pellegrinaggio verso Roma.
A questo punto dobbiamo fermarci
un poco e iniziare a riflettere. Quando inizia il nostro viaggio verso da
patria celeste, verso il paradiso? Quando abbiamo il coraggio di staccarci dai
beni di questa terra. Siamo ancora tutti molto imprigionati alle cose della
terra, basta che qualcuno sfiora qualcosa che riteniamo nostro che
immediatamente la collera ci esce dalle orecchie e dal naso, come ai tori
imbizzarriti. Rocco oggi ci insegna che proprio nelle difficoltà dobbiamo avere
il coraggio di abbandonare tutto per metterci nelle mani di Dio. Ma questo non
sarebbe possibile senza un retroterra che ci aiuta a camminare in quella
direzione. i genitori di Rocco infatti hanno avuto molta fede, hanno saputo mettersi
nelle mani di Dio e hanno saputo lasciarsi fare da Dio. Lasciamoci cullare dal
Signore, lasciamo trasportare da Lui, lasciamo che sia Lui a fare di noi delle
opere meravigliose, non imponiamo noi le regole, non lasciamoci condurre dalle
idee che governano la terra ma lasciamo che sia il Padre celeste a guidarci.
Certo uno potrebbe pensare che
presa questa decisione e dimostrato a Dio la sua fedeltà, Rocco abbia avuto
vita facile. Ebbene non è così. Lungo il suo cammino ha incontrato molti
ostacoli, la sua meta non è arrivata immediatamente, ma lungo il tragitto ha
incontrato i poveri del suo tempo, si è offerto come aiutante in un ospedale
pieno di appestati e proprio attraverso quell’opera di carità Dio ha potuto
esprimere la sua presenza. Rocco ha iniziato ad avvicinare i moribondi e pregando
con loro e donando la benedizione di Dio con un segno di croce sulla testa … la
lebbra spariva. Dio usa i più piccoli per fare cose grandi. Quante volte anche
noi, anche io potremmo lasciarci guidare la mano da Dio quante volte però
abbiamo paura di ciò che la gente potrebbe dire di noi. Rocco non ha guardato
in faccia a nessuno, anzi ha saputo guardare in faccia coloro che avevano
bisogno della vicinanza di Dio. E anche a questo punto potremmo dire che Rocco
ha raggiunto la sua meta, ma non è così, le sue pene non erano finite. Il lungo
pellegrinaggio lo porta fino a Roma e non solo, prosegue anche sulla strada del
ritorno e anche quel percorso non è stato certo semplice. Non mi soffermo su
tutto questo. Arriviamo alla fine di questo pellegrinaggio quando, senza saperlo,
nei pressi di Voghera resta implicato nelle vicende politiche del suo tempo,
portato davanti al governatore ed interrogato per conoscerne l’identità, Rocco
risponde “sono un umile servitore di Gesù Cristo”. Questa risposta gli costa cinque
anni di carcere. Quando la morte era ormai vicina dal carcere chiede di
incontrare un prete e sarà in quel momento che si scopriranno le sue nobili
origini ma è ormai troppo tardi, Rocco muore dietro le sbarre della prigione.
Per percorrere la strada che conduce verso il paradiso è necessario morire a sé
stessi. Non è importante chi siamo ma cosa possiamo fare come strumenti di Gesù
Cristo.
Invochiamo S. Rocco, nostro
patrono perché ci conceda la grazia di scomparire sempre più davanti agli
uomini per far emergere sempre più Gesù Cristo nostra via, verità e vita. Come
diceva S. Giovanni Battista, ripetiamo anche noi ogni giorno: “Lui deve
crescere, io diminuire”.
Amen
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