Il pane che da la vita ... per Amore

12 agosto 2018 
XIX domenica TO – B 
1Re 19,4-8 ; Sal 33(34) ; Ef 4,30-5,2 ; Gv 6,41-51 
In questa 19^ domenica del Tempo Ordinario, pasqua della settimana, la Parola ci aiuta a riflettere sulla figura di Gesù. 
Di fronte alla figura di Gesù c’è chi può pensare che si tratti semplicemente di un grande uomo, un grande profeta ma sempre e solo un uomo come tutti gli altri ... “Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: Sono disceso dal cielo?”. Anche oggi, tanti cristiani lo credono ... e questo non è certamente un bene. Gesù è molto di più che un grande profeta. 
Ma c’è pure il rischio opposto ovvero quello di pensare che Gesù è solo ed esclusivamente Dio, questo non potrebbe però spiegare la sua sofferenza sulla croce e quindi il mistero della redenzione. Anche su questo punto tanti cristiani anche oggi scivolano purtroppo. Quante volte parlando della forza di Gesù nel sopportare la sofferenza mi è stato detto: si ma Lui era il Figlio di Dio.... 
Gesù oggi ci vuole fa comprendere come Lui è Dio e uomo. Lui è disceso dal cielo e si dona a noi come pane. Quel pane che lui ci dona però è un “pane che da la vita”, così dice il testo letteralmente, e Gesù ha dato letteralmente la vita per tutti noi sulla croce. 
Il pane che mangiò Elia nel deserto gli permise di percorrere i quaranta giorni di strada ed arrivare al monte di Dio, l’Oreb. Quel pane un dono prezioso per Elia, con quel solo pane recuperava ogni giorno le energie necessarie per proseguire il suo viaggio, quel pane era un dono di Dio portato dagli angeli. 
L’eucarestia è il dono che Dio ogni giorno ci mette a disposizione affinché ognuno di noi possa affrontare le dure prove che il viaggio della vita gli riserva. L’eucarestia è il pane che dona la vita, è il pane che dona energia, è il pane che sostiene ogni commensale di Gesù nel cenacolo.  
La vita eterna ce la conquistiamo cibandoci dell’eucarestia perché solo in essa possiamo trovare la forza per resistere alle tentazioni quotidiane del nemico. Non aspettiamo di essere senza peccato per accostarci alla comunione, non arriverà mai quel momento, finché teniamo i piedi sulla terra siamo tutti peccatori; cibiamoci dell’eucarestia ogni settimana, questo pane che nei primi secoli del cristianesimo era chiamato “medicina dell’anima” è anche oggi una terapia preziosa per i piccoli o grandi ostacoli che ogni giorno incontriamo sul cammino, parlo di “ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità”; potremmo allora accogliere l’invito di s. Paolo: “Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo...”.  
Solo con questa forza in corpo potremo un giorno anche noi come Elia arrivare al monte di Dio e partecipare al banchetto delle nozze eterne. 
Donaci Signore il coraggio di partecipare sempre pienamente alla tua mensa, alimenta in noi il desiderio di sfamarci della tua carne e del tuo sangue, donaci la grazia di conoscerti ed amarti per ciò che sei veramente: l’uomo-Dio disceso dal cielo per donare a tutti gli uomini la vita eterna. 
Amen 
Amen

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