Sangue d'Amore ... seme di Amore
26 agosto 2018
S. Alessandro, martire
Patrono della città e della
diocesi di Bergamo
1Mac
2,49-52.57-64 ; Sal 125 ; Fil 1,27-30 ; Gv 15,9-16
Celebriamo solennemente quest’oggi
S. Alessandro, patrono della città e della diocesi di Bergamo.
Chi era Alessandro e cosa
significa per noi oggi ricordarlo?
Alessandro era un soldato dell’esercito
romano che con la sua legione si rifiutò di eseguire gli ordini di uccisione
impartiti dai superiori. Il motivo del loro rifiuto era la loro fede. Il loro
Dio, ordinava di amare non di uccidere e così loro hanno amato dando “la vita
per i loro amici” cristiani.
Non stiamo qui a disquisire sulla
veridicità o meno della storia della legione tebea, lo lasciamo fare agli
storici, quello che importa a noi oggi è che per quasi due millenni la terra di
Bergamo si è impegnata a tramandarci questa figura e dunque certamente qualcosa
a lui dobbiamo.
La chiesa di Bergamo non è sorta
sulla figura di un vescovo o di un apostolo ma di un laico, un soldato
vessillifero. Alessandro ha portato in tutto questo tempo per ognuno di noi il
vessillo del Cristo risorto per aiutarci a comprendere l’importanza delle
nostre radici.
Come Bergamaschi, ma ancor prima
come cristiani e prima ancora come uomini, le nostre radici sono innestate nel
terreno dell’Amore misericordioso di Dio, quell’amore che ha creato ogni cosa e
che solo ha il potere di far portare frutto.
La leggenda vuole che il sangue
di Alessandro sia divenuto “seme di cristiani”. È il frutto dell’Amore.
Oggi spesso e volentieri ci
chiediamo quali strategie adottare per dire Dio alle nuove generazioni e spesso
ci arrabbiamo stimolando delle piccole ma potenti guerre di famiglia perché i
più giovani non ne vogliono sapere di Dio.
Alessandro era un soldato e forse
dobbiamo davvero iniziare una nuova guerra. Alessandro ci suggerisce quale arma
usare. Il vessillo di Cristo: l’Amore. Non c’è nulla come l’Amore che spiazza
chi è pronto ad attaccare con odio. Certo, per impugnare quest’arma è
necessario possederla pienamente … e qui penso sia la debolezza dei cristiani
di oggi (e mi ci metto dentro anche io). La nostra fede non è così radicata da “non
lasciarci intimidire in nulla dagli avversari”. La nostra fede è una fede d’abitudine,
il nostro rapporto con Dio è superficiale e le nostre pratiche sono un dovere.
Alessandro oggi ci spinge ad andare oltre, ci spinge a “rimanere nell’Amore di
Gesù … come Lui è rimasto nell’Amore del Padre suo”.
Siamo nati e cresciuti in questa
terra che, anche grazie ad Alessandro, ci ha servito sin dalla nascita su un
piatto d’oro l’Amore di Dio per l’umanità. Siamo cristiani di nascita. non per
scelta. Per qualcuno questo può essere un problema, quanti chiedono alle
parrocchie di cancellare il proprio nome dal registro dei battesimi … ma se ci
pensiamo bene il fatto di esserci trovati battezzati ci aiuta a comprendere le
parole di Gesù “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti
perché andiate e portiate frutto …”
L’amicizia con Gesù non l’abbiamo
implorata ma ce la siamo trovata e … tra le tante persone che Dio poteva
scegliere ha scelto proprio noi. Per fare cosa? Per dire il Suo amore a tutta l’umanità,
iniziando dalle persone che abbiamo attorno.
Signore Gesù aumenta la mia fede,
fa che con la mia povera vita possa portare a testa alta il vessillo del tuo Amore.
Grandi santi come Alessandro possano stimolare giorno dopo giorno le mie azioni
e i miei pensieri ed il mio cuore possa essere aperto ad ogni tua richiesta.
Amen.
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