Dio si mischia all'umanità
2 febbraio 2020
Presentazione
dei Gesù al Tempio
Ml 3,1-4 ; Sal 23(24) ; Eb 2,14-18 ;
Lc 2,22-40
Celebriamo in questa domenica la Presentazione di Gesù al
tempio, un episodio strano, quasi bizzarro della vita di Gesù. Proviamo a
pensarci: lui, Gesù, il Figlio unigenito di Dio, Dio stesso, è stato presentato
al tempio per la purificazione; Maria vergine e suo figlio, nato per opera
delle Spirito santo, non si sono sottratti alla purificazione rituale che la
Legge religiosa ebraica prescriveva.
Già il fatto di vedere il peccato nella nascita di un figlio
a noi fa venire la pelle d’oca, se poi pensiamo alla purezza verginale di Maria
e a Gesù … la faccenda risulta fuori da ogni logica.
Certo se penso alla purificazione della donna dopo il parto …
non dobbiamo andare molto distanti nel tempo per ritrovarla tra le nostre abitudini,
probabilmente qualche nonna ricorderà una ritualità simile compiuta dalle mamme
prima di entrare in chiesa dopo aver partorito … Se poi allarghiamo i nostri
orizzonti … scorgiamo che anche oggi nel mondo, magari in culture lontane dalla
nostra, succede qualche cosa di simile.
Fa bene essere un po’ scandalizzati da questi eventi; ci aiuta
a tentare di comprendere un po’ di più fino a che punto Dio si è spinto pur di
vivere pienamente la vita dell’uomo.
Non era certamente necessario presentare Gesù al Tempio, lui
lì era di casa, lo dirà più tardi quando verrà ritrovato nel Tempio a spiegare
le cose del Padre suo agli anziani … eppure ha accettato la sfida di mischiarsi
totalmente all’umanità, così come farà nelle acque del Giordano, lo abbiamo
visto qualche domenica fa, così come farà durante il processo nelle celle del
carcere, così come farà sulla croce in mezzo ai due ladroni.
Dio non ha paura di mischiarsi all’umanità perché siamo impastati
dalle sue mani, siamo resi vivi dal suo alito di vita, in noi scorre il suo
stesso sangue regale … ma che fatica facciamo a ricordarci di questo!
Gesù non ha temuto di essere considerato uno tra i tanti
anzi, sembra quasi che abbia fatto di tutto per mescolarsi all’umanità. Quasi a
voler rimpastare la sua creazione per aiutarla a lievitare sempre meglio.
Anche noi cristiani dovremmo vivere nel mondo pur sapendo
che la nostra terra non è di quaggiù ma la nostra casa è nei cieli dove Gesù ci
attende un giorno. Anche noi dovremmo avere il coraggio di mischiarci nel mondo
per aiutare il mondo a far uscire dal suo cuore più profondo il meglio di sé.
Siamo innestati nella storia di una umanità che ha delle
tradizioni che oggi pare siano guardate un po’ di traverso dalle nuove generazioni.
Forse, se come Gesù avessimo il coraggio di andare nelle profondità di queste
perle di saggezza che i nostri avi ci hanno trasmesso, potremmo scoprirne un
significato profondo, un significato utile anche per noi oggi; forse dovremmo
avere il coraggio di riprendere in mano la tradizione dei padri per riempirla
di quel senso che negli anni si è un po’ perso o dato per scontato.
Dio oggi ci insegna a non abbandonare le nostre radici ma al
contrario ci sprona ad affondare in esse per uscirne sempre più carichi di
speranza e di forza.
È facile cestinare qualcosa che non si comprende o non si
riesce più a vivere, più difficile è prenderla in mano ed esplorarne le sue
potenzialità.
Signore Gesù aiutaci a non rinnegare il nostro passato,
donaci occhi per esplorare le ricchezze e la saggezza che ci ha preceduto
perché, con la tua Sapienza, possiamo riscriverne l’esteriorità mantenendone
intatto il cuore. Il tuo esempio sproni ognuno di noi, tuoi seguaci, perché, senza
paura ma con grande fiducia, possiamo guardare al futuro carichi del passato
che ci ha creati.
Amen
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