Noi, SANTI per chiamata ...


19 gennaio 2020
II domenica Tempo Ordinario
Is 49,3.5-6 ; Sal 39(40) ; 1Cor 1,1-3 ; Gv 1,29-34
Stiamo celebrando la II domenica del Tempo ordinario, Pasqua della settimana. Siamo nell’ottavo giorno dopo la festa del Battesimo di Gesù e le letture hanno ancora il retrogusto di quella festa.
La liturgia sembra invitarci a pensare a come continuare il cammino che con il battesimo abbiamo iniziato.
Il Vangelo ci presenta Giovanni Battista che si fa testimone di quanto lui stesso ha vissuto anche se non lo ha compreso fino in fondo. Ha la forza di allontanare da sé per inviare verso Gesù. A differenza dei tanti maestri (dei suoi tempi e dei nostri tempi!) che si facevano gloria del numero dei discepoli, il Battista non teme restare solo e indica Gesù come il Messia tanto atteso, come colui che deve essere seguito!
La testimonianza del Battista prende forma a partire da quanto ha vissuto nel suo incontro con Gesù al Giordano: ha visto qualcosa, lo ha meditato con i testi della scrittura e della tradizione ed è riuscito a scorgere Dio in quell’uomo che gli si era presentato in mezzo a tutti gli altri uomini.
Quelle parole di Isaia che abbiamo sentito nella prima lettura: “Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria”, ci fanno pensare alle parole che i vangeli raccontano a riguardo del battesimo di Gesù: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento” (Mt 3,17b). Gesù è quel servo del Signore di cui i profeti parlato; Giovanni ha meditato e contemplato tutto questo ed ora non può che testimoniarlo al mondo intero.
Non è semplice l’esperienza del Battista eppure è l’esperienza alla quale ogni cristiano è chiamato. Paolo lo esprime bene nella seconda lettura quando dice di essere “chiamato apostolo di Cristo” cioè non solo seguace ma anche inviato, testimone, portatore dello stesso messaggio del maestro; e poi segue chiamando i battezzati “santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata”; santi, cioè separati, diversi dagli altri; una diversità che deriva non da speciali capacità ma dall’essere radicati IN Cristo nel battesimo.
Paolo parla di tutti noi! Siamo noi questi santi, siamo noi questi chiamati ad essere testimoni di ciò che nel battesimo abbiamo vissuto!
Già, ma quanti di noi, se mischiati a uomini non battezzati, si riconoscerebbero per la loro diversità … nel prendere le scelte morali, nell’avere fiducia nel futuro, nel vivere evangelicamente, nel porre Cristo al di sopra di ogni altra cosa … io penso che la crisi della nostra fede, e quindi delle vocazioni alla vita matrimoniale, religiosa e sacerdotale, sia proprio da ricondurre ad una crisi della primaria vocazione alla santità. Tutti noi dobbiamo riscoprire la gioia di essere chiamati da Cristo ad essere suoi discepoli ed apostoli, tutti noi dobbiamo riscoprire la grandezza e l’onore di essere chiamati ed essere veramente “figli di Dio”.
Donaci Signore il coraggio di vivere in questo mondo ma separati da questo mondo; il coraggio di andare controcorrente nelle scelte ordinarie, soprattutto quelle che hanno a che fare direttamente o indirettamente con il mondo delle povertà. Aiutaci Signore a riconoscerti come la radice del bene che vuole germogliare nella mia storia di uomo bisognoso del tuo amore. Aiutami a contemplarti vivo e vivificante nelle pieghe della storia dell’umanità per poterti meditare e testimoniare con tutta la gioia e lo stupore che il cuore dell’uomo può sperimentare. Amen

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