L'immagine nascosta del Creatore
18 ottobre 2020
XXIX Domenica TO – A
Is 45,1.4-6 ; Sal 95(96) ; 1Ts 1.1-5b ; Mt 22,15-21
In questa 29 domenica del Tempo ordinario, Pasqua della
settimana, la Parola ci aiuta a guardarci nel profondo fino a scoprire il primo
“tassello” della nostra esistenza.
Quando pensiamo a noi stessi con troppa facilità ci pensiamo
inseriti nel mondo pertanto non possiamo fare altro che descriverci con quegli
strumenti o quegli archeotipi che sono propri del mondo in cui viviamo.
La Parola oggi ci spinge ad andare oltre e a vedere l’immagine
più profonda di noi stessi.
“Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello
che è di Dio”.
È una frase che conosciamo bene tutti; finché si tratta di
moneta che porta impressa l’immagine dell’imperatore di turno o dello stato che
l’ha coniata la cosa è relativamente facile (anche se con facilità tendiamo a
mettercele in tasca le monetine …) ma dove possiamo trovare l’immagine di Dio per
poter rendere a lui ciò che è suo possesso?
Leggendo il libro della genesi, al momento della narrazione dell’essere
umano si dice che “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio
lo creò: maschio e femmina li creò” (Gen 1,27).
Sarà forse banale ma penso che la lettura più immediata ci
porta facilmente a comprendere che siamo noi stessi che portiamo impresso nelle
profondità della nostra esistenza l’immagine del creatore.
Ciò che siamo, così come tutto ciò che ci circonda e che è
messo nelle nostre mani, porta indelebilmente inscritta l’immagine del Creatore
perciò simo chiamati a riconsegnare nelle sue mani quella vita/esistenza che ci
è stata affidata.
Per che cosa ci è stata affidata? Per fare in modo che tutti
gli uomini possano scoprire questa meraviglia: essere portatori di Dio. Questo
è il motivo per cui Ciro, che non c’entra proprio nulla con il popolo prescelto,
è stato eletto da Dio per essere testimone della Sua presenza.
L’immagine di Dio in noi non è frutto di qualche rito umano
ma è dono del Suo soffio vitale. La missione a cui tutti noi siamo dunque
chiamati è quella di testimoniare l’opera di Dio nel mondo; un’opera che va
oltre i confini delle culture e delle nazioni, che attraversa ogni popolo e
ogni religione.
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