Gioia e allegria grande!

13 dicembre 2015
III domenica di avvento – C
Sof 3,14-17 ; Is 12,2-6 ; Fil 4,4-7 ; Lc 3,10-18
Il tema principale di questa 3^ domenica di avvento, pasqua settimanale, è senza dubbio la gioia. Abbiamo sentito le letture:
Nella prima lettura abbiamo ascoltato: “Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!”.
Nel salmo abbiamo ripetuto: “Canta ed esultai”
E nella seconda lettura abbiamo proclamato: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti.
Ma perché esultare di gioia? Perché “Il Signore è vicino!” ci conferma Paolo. Ormai il Natale è alle porte e il nostro cammino ormai vede l’orizzonte. Quando si attende un grande amico che torna a casa dopo tanto tempo il nostro cuore è pieno di gioia e non vede l’ora che quella porta si apra e appaia il suo volto. In questa 3 domenica di avvento questo è il sentimento che dovrebbe accompagnarci. Cosa è cambiato nella nostra vita di tutti i giorni? C’è un segno che abbiamo introdotto nella nostra giornata che ci aiuta a comprendere la nostra attesa? La gioia per il Natale che ormai sembra bussare alle nostre porte è visibile agli occhi di tutti?
Ma cosa significa per il credente esultare di gioia? Il Vangelo proclamato quest’oggi ci aiuta a rispondere. Il cristiano non deve fare i fuochi d’artificio per dimostrare la sua gioia, il cristiano deve vivere la quotidianità dell’attesa con la certezza che Gesù fa già parte della sua esistenza. Ogni giorno è Natale per coloro che aprono la porta al Salvatore che bussa!
Che cosa dobbiamo fare?” è la domanda che nel vangelo sembra tornare come un ritornello. Giovanni risponde: condividi ciò che hai con chi non ne ha; persevera nella giustizia; gioisci per ciò che hai. Come deve cambiare la nostra esistenza? Semplicemente deve tornare ad essere vera, semplice e attenta all’altro. La conversione che oggi tanto si predica non deve essere un qualcosa di eclatante, a nessuno viene chiesto di vestire di sacco e di digiunare per giorni interi ma a tutti coloro che vogliono accogliere il Signore Gesù viene chiesto di guardare alla propria vita e con coraggio chiedere: “cosa devo fare?”
Chiedetevelo adesso, nel vostro cuore e lasciate che il Signore Gesù risponda nel segreto.

Un’ultima cosa. C’è una bellissima tradizione che San Francesco ha portato nelle case di tutti i credenti: il presepio. L’albero di Natale è una bella cosa ma il presepio racconta una storia, la storia della nostra salvezza, la storia di Dio che si fa piccolo bambino ed entra nella nostra storia. Facciamolo il presepio, contempliamolo. Fermiamoci a guardare la semplicità del presepio, così deve diventare anche la nostra vita, semplice, umile senza nessuna pretesa.

Signore Gesù, oggi mi chiedi di saper gioire del tuo arrivo, aiutami a preparare con ansia il tuo Natale, fa che vedendo la tua piccola immagine in un presepio possa sentir vibrare il mio cuore. Quella è la tua risposta alla mia domanda: cosa devo fare?
La bontà che in questi giorni sembra invadere le strade dei nostri paesi, delle nostre città possa essere frutto della conversine di tanti cuori, compreso il mio, perché solo così tu puoi entrare nella vita di tanti che non ti conoscono o sfuggono alla tua presenza.
Grazie Gesù perché anche quest’anno mi dai la possibilità di riparare i danni che l’egoismo ha arrecato al mio cuore troppo occupato a stare al passo con le mode da non rendersi conto che c’è una originalità grandissima nascosta proprio nel profondo di me stesso: la tua santità che attende solo di potersi esprimere quotidianamente.

Amen

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