Segni deboli di un Amore immenso


16 dicembre 2018
III domenica di avvento – C
Sof 3,14-17 ; Is 12,2-6 ; Fil 4,4-7 ; Lc 3,10-18
Siamo arrivati alla 3 domenica di questo avvento, pasqua della settimana e la liturgia ci invita a gioire perché la venuta del Signore è ormai vicina.
Nella preghiera di Colletta che ho elevato a Dio a nome di tutti noi, ho chiamato Dio “fonte della vita e della gioia”. Questo è il motivo di tanta enfasi nell’attesa della sua venuta!
“Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore”, sono le parole del profeta Sofonia ma anche Paolo ci sprona a essere “sempre lieti nel Signore”. A questo punto guardiamo alla nostra vita, agli eventi che segnano le nostre giornate e viene spontaneo chiedersi: come è possibile essere “sempre lieti nel Signore”? Come è possibile rallegrarsi e gioire? Nella nostra vita e attorno a noi succedono fatti sconcertanti, fatti che fanno soffrire nel corpo e nelle spirito, attorno a noi verifichiamo che non c’è giustizia, non c’è pace, non c’è sincerità. Come è possibile rallegrarsi e gioire?
Il Signore Gesù che viene nella nostra vita non si presenta come colui che elimina il male dal mondo, non si presenta come colui che libera ogni uomo dalla sofferenza, che fa sparire ingiustizie e le barbarie, ma si presenta come colui che insegna uno stile di vita che può portare a tutto questo.
Chiede alle folle di riconoscersi popolo guidato dall’unico padre, Dio e quindi chiede che la gestione delle proprietà non sia sottoposta all’ideologia del possesso ma della condivisione fraterna; ai pubblicani chiede di essere giusti; ai soldati di non approfittare della loro situazione per compiere azioni malvage.
Penso però che ciò che questa settimana deve guidare la nostra riflessione anche a casa sia quella domanda che torna come un ritornello: “Che cosa dobbiamo fare?”
Dico questo perché l’invito alla conversione al Dio della vita e della gioia è possibile solo se nel nostro cuore nasce il desiderio di scoprire qualcosa di più di Lui e di come poterlo raggiungere. Noi cristiani nel mondo potremmo davvero fare la differenza ma purtroppo in noi non c’è curiosità delle cose di Dio. Diamo per scontato tanto del suo messaggio, ci accontentiamo di ciò che si dice ma non sentiamo la necessità di approfondire la sua Buona novella e quindi non abbiamo nessuno stimolo per convertire la nostra vita e divenire segni vivi dell’Amore di Dio per l’umanità di sempre.
In questi giorni una piccola fiammella è in viaggio per l’Europa. Non è un grane segno ma ha una storia molto affascinante. Il 28 novembre scorso, un ragazzino di 11 anni Niklas Lehner, boy scout austriaco, nella grotta di Betlemme ha ricevuto la luce della pace assieme ai capi del paese e alle comunità religiose europee, statunitensi e sud americane. Niklas è stato scelto perché particolarmente disponibile e molto coinvolto nel testimoniare una pace possibile. In una intervista ha detto “La pace inizia per me su piccola scala. Non si dovrebbe discutere in famiglia, e non dovrebbe esserci guerra. Tutti devono aiutare”. Sabato 15 Niklas parteciperà alla cerimonia internazionale di Linz e consegnerà quella piccola fiammella della pace agli scout d’Europa perché questi possano distribuirla ovunque riescono ad arrivare. Cosa interessa a noi tutto questo? Beh, per prima cosa questa piccola fiammella arriverà anche fuori dalle nostre case, proprio oggi, (domenica 16 dicembre) andrò a prenderla con qualche ragazzo e accenderemo una lanterna in chiesa parrocchiale. Questo giovane ragazzo e questa piccola fiammella ci chiedono di convertire la nostra vita al messaggio di Pace e di Speranza che il natale porta in se. Come è possibile che una fiammella così vulnerabile e un ragazzino senza esperienza di vita siano segni di pace e di speranza? Forse questo pensiero può far crescere in noi la curiosità di entrare un po’ di più nei misteri di Dio ad iniziare proprio dal mistero che ci stiamo preparando a vivere.
Ognuno di noi può attingere a quella piccola fiammella portarla alla propria casa. Chissà che guardandola ogni giorno possano nascere riflessioni e curiosità tali da spingerci a domandare: “cosa devo fare?

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