Oltre l'uomo


15 dicembre 2019
III domenica di Avvento – A
Is 35,1-6a.8a.10 ; Sal 145(146) ; Gc 5,7-10 ; Mt 11,2-11
Siamo ormai giunti alla 3^ domenica di avvento e la Parola ci spinge a rallegrarci nel Signore. Ormai il Salvatore è fuori dalla porta di casa e a momenti potrebbe suonare il campanello!
Siamo pronti a riconoscerlo?
Certo che lo riconosceremo, lui arriverà e sistemerà tutte le questioni in sospeso; il male verrà annientato e il bene trionferà per sempre! Lo dice anche il profeta Isaia: Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi. Finalmente un po’ di giustizia su questa terra!
Già amici, la tentazione è davvero grande! Ma … questo pensiero è lo stesso di Giovanni e dei suoi contemporanei! Gesù è arrivato, ma senza un esercito! Gesù è arrivato, ma non ha neppure la forza per affrontare le guardie romane! Gesù è arrivato, ma il male lo viviamo ancora oggi nella nostra vita!
Dove è la fregatura? Come è possibile che in migliaia di anni gli uomini non abbiano capito cosa non è andato bene? Come è possibile che noi siamo ancora qui a raccontarci la storiella di Gesù che viene a portare la pace nel mondo?
Queste sono domande legittime e, chi ha il coraggio di farsele come Giovanni (Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?) viene esaltato da Gesù.
Perché? Quale è il messaggio che ci viene insegnato?
L’uomo è invitato a ricercare la Verità, quella con la V maiuscola; la Verità su di sé, sulla propria esistenza, sul mondo, sulle origini, sui perché … ma non può fermarsi a ciò che la mente può immaginare ed il cuore può sperare. Dio è altro rispetto all’uomo, è altro rispetto ad ogni immaginazione dell’uomo! Ecco perché quest’oggi ci viene chiesto il coraggio di abbandonarci a tutto ciò che facciamo fatica a comprendere. La grandezza del Battista è tale non perché ha visto, toccato o ascoltato Gesù ma perché, grazie alla sua perseveranza nella ricerca della Verità, è riuscito a riconoscere la presenza di Dio in quell’uomo per certi versi così normale e per altri così straordinario.
Se vogliamo davvero arrivare a Natale e riconoscere il volto di Dio in quel bambino che nasce nella periferia di Betlemme dobbiamo davvero abbandonare ogni nostra immaginazione di Dio, nessun uomo potrebbe infatti riconoscere Dio nella semplicità e nella fragilità di un neonato. Soltanto se saremo aperti ai misteri di Dio potremo meravigliarci come i pastori e, pur continuando a non comprendere nulla dell’immensità di Dio, potremmo anche noi lodarlo accompagnati dai cori degli angeli.
Possano questi ultimi passi scricchiolanti che percorriamo nella direzione di Betlemme alimentare la nostra Speranza. Possano questi ultimi giorni preparare il nostro cuore ad un incontro veramente speciale. Possa la meta di questo avvento essere per noi un’esplosione di meraviglia quando, varcando la soglia dei nuovi tempi inaugurati da Gesù, anche i nostri occhi potranno godere delle fantasie divine.
Amen

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