Voce dell'Amore

17 dicembre 2017
III domenica di Avvento
Is 61,1-2.10-11 ; Lc 1,46-50.53-54 ; 1Ts 5,16-24 ; Gv 1,6-8.19-28
In questa 3 domenica di avvento, Pasqua della settimana, la Parola continua a metterci sotto gli occhi la figura di Giovanni il Battista. Oggi ce lo mostra come testimone autorevole in un processo.
Chi è questo Giovanni, è la domanda che ritorna in tutto il testo biblico. Come mai testimonia ad un processo? Possiamo anche chiederci: chi è il processato?
All'inizio del Vangelo Giovanni dice esplicitamente che il Battista “venne come testimone per dare testimonianza alla luce”. Giovanni è nel mondo non per attirare su di se l'attenzione ma per deviare lo sguardo dell'uditorio sulla Luce, quella vera: Gesù. È talmente importante non dire chi è lui che durante l'interrogatorio per ben tre volte Giovanni dice chi “non è”, lasciando solo alla fine, quasi per dare una piccola consolazione a coloro che lo interrogano, un tentativo di definizione di se stesso “io sono voce”.
Cosa significa “essere voce”?
La voce è importante perché legata a qualcuno che la pensa. La voce è semplicemente uno strumento di qualcun altro. Giovanni è dunque un ambasciatore, è il giornale che riporta le notizie di Dio! Giovanni toglie da se l'attenzione per portarla sulla Luce.
Proviamo a pensare alle nostre giornate, proviamo a meditare quanto siamo in grado di deviare l'attenzione degli uomini da noi stessi. Oggi purtroppo viviamo in un mondo dove l'uomo tenta il più possibile di diventar qualcuno, se sei “nessuno” non sei degno di esser guardato, diventi trasparente agli occhi dei più. Anche noi corriamo questo rischio, anche all'interno della Chiesa, anche nella vita parrocchiale: il desiderio di essere riconosciuti come qualcuno che vale agli occhi … della gente, del parroco, degli amici, di Dio! Ciò che Giovanni Battista oggi ci insegna è proprio l'atteggiamento opposto. “Lui deve crescere, io diminuire” (Gv 3,30).
I gesti che noi compiamo, sono per far crescere Dio oppure sono per farci belli agli occhi di chi ci guarda?
Chi sei?” è la domanda che fanno al Battista. Proviamo a farcela pure noi: Chi sono io? Riesco a definirmi in relazione con Dio oppure sono indipendente? Giovanni dice di essere “voce” di qualcun altro. Significa dunque che c'è un legame stretto e unico tra la voce e la mente che l'ha pensata, tra la voce e la lingua che l'ha fatta risuonare. Giovanni è parte del corpo di Dio. Noi siamo membra della Chiesa, siamo la cassa di risonanza di quell'unico corpo che è il Cristo vivente nel mondo.
Nella seconda lettura san Paolo invita i suoi lettori a “non spegnere lo Spirito”. A volte purtroppo ho l'impressione che lo Spirito voglia dire qualcosa all'uomo contemporaneo ma … noi siamo troppo preoccupati della reazione degli uomini per farci sua voce. Ciò che il profeta Isaia ci invita a fare è riconoscere la presenza di Dio in noi, una presenza che nasce dall'essere sue creature ma più ancora per noi che siamo stati battezzati in Cristo nasce dall'essere divenuti con Cristo re, sacerdoti e profeti.

 Siamo ormai all'inizio dell'ultima settimana di Avvento, è la domenica della gioia, oggi la luce di Gesù che nasce a Betlemme si fa più intensa sul nostro cammino. Rischiamo di non vederla perché abbagliati dalle tante lucine colorate che rivestono le nostre case e le nostre strade. Cerchiamo di lasciare che lo Spirito muova in noi il fuoco dell'Amore, lasciamo che questo fuoco possa guidarci verso la stalla di Betlemme che tutto è tranne un ipermercato vestito a festa. “Il lieto annunzio” di cui Isaia ci invita ad essere portatori non è lo sconto sui panettoni ma la nascita di un bambino tra i pastori. Quel lieto annuncio è la realizzazione del desiderio dell'uomo di tutti i tempi, un desiderio di pace e di serenità, che non deve realizzarsi fuori da noi, da qualche parte del mondo, ma dentro di noi, nel nostro cuore, nella nostra quotidianità. Lasciamo nascere Gesù nel nostro cuore e scopriremo che il mondo diventerà più pulito, perché noi saremo più puliti in esso. Diventeremo così testimoni della Gioia, testimoni della Speranza, testimoni dell'Amore.

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