Cammina dietro!


16 settembre 2012
XXIV Domenica T.O. - B
Is 50,5-9a ; Sal 114(116) ; Gc 2,14-18 ; Mc 8,27-35
La parola di Dio in questa XXIV domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, ci raggiunge con una domanda all'apparenza banale, ma in realtà molto profonda: Chi è Gesù? E attenzione a non fraintendere: non mi sta chiedendo la definizione del catechismo. Mi sta chiedendo chi è Lui per me. 
La cosa forse può sorprendere qualcuno ma se ci pensiamo bene la definizione del catechismo non sempre si avvicina all'immagine che personalmente abbiamo di Gesù.
Ogni giorno, senza renderci conto, diciamo chi è Gesù: con il nostro modo di vivere, di agire. Ogni volta che prediligiamo qualcuno piuttosto che qualcun altro diciamo chi è Gesù per noi. Ogni volta che ci troviamo a fare una scelta morale diciamo chi è Gesù per noi. Ogni volta che ci imbattiamo in una qualche discussione, più o meno seria, noi diciamo chi è Gesù. È infatti con le nostre opere che confermiamo la nostra fede. Non è possibile dire di essere seguaci di Gesù e poi non seguire, o non tentare di seguire i suoi insegnamenti.
Ciò che avviene a Pietro a Cesarea di Filippo è molto significativo. Il momento stesso in cui pare che l'apostolo riesce finalmente a comprendere i grandi misteri di Dio, diviene anche il momento nel quale Gesù gli fa il rimprovero più grande. 
Anche noi con troppa facilità ci gonfiamo di orgoglio e finiamo per insegnare a Dio il suo mestiere. Ogni volta che vediamo un muro più o meno alto difronte a noi, ogni volta che il cammino deve iniziare un tratto faticoso in salita, ogni volta che pensiamo di aver intravisto una scorciatoia, siamo pronti a dare indicazioni a Dio sul modo di proseguire il cammino.
Ed ecco la risposta bella e pronta, che ci raggiunge come una pugnalata al cuore: “Va dietro di me, Satana!
Anche in questo momento ci rivolge l'indicazione della prima ora, di quel momento in cui per la prima volta mi ha chiamato a seguirlo: “Venite dietro a me!” Quello è il solo posto del discepolo: dietro al maestro!
Il motivo di questo stare dietro a Gesù è semplicissimo: Non è difficile “sapere” chi è Dio, la difficoltà è “scoprirLo” cioè vedere quello che Lui compie, vedere quali sono le sue strade e il suo modo di affrontarle. Il problema nello stare dietro a Gesù è che vediamo chiaramente quale strada sta iniziando a percorrere. Pietro crolla nel suo essere discepolo proprio nel momento in cui Gesù annuncia chiaramente il suo futuro ormai imminente. Gesù infatti annuncia la sua sofferenza, il rifiuto a cui andrà incontro, la sua uccisione e la sua risurrezione. È questo il momento in cui Pietro si gonfia di orgoglio e ricomincia a pensare a ad agire secondo gli uomini. 
Così come anche noi con troppa facilità non accettiamo la fatica e la sofferenza perché non accettiamo di dover cambiare il modo di pensare. Il nostro cammino di fede infatti deve portarci, giorno dopo giorno, a pensare sempre più secondo Dio e sempre meno secondo gli uomini.
Dopotutto non doveva essere una sorpresa per Pietro quell'annuncio della passione. I profeti lo avevano annunciato, lo abbiamo sentito nella prima lettura. Ma neppure per noi dovrebbe essere una sorpresa incontrare la sofferenza ed affrontarla a testa alta, Gesù lo ha detto chiaramente che il soffrire fa parte del cammino. E poi ogni giorno noi ci mettiamo a pregare di fronte al crocefisso. Saremmo degli ipocriti se pregassimo colui che ci ha salvato andando su un patibolo e nelle stesso tempo rifiutassimo le sofferenze quotidiane o straordinarie che la vita ci offre. Con questo non voglio dire che dobbiamo cercare il dolore o che non dobbiamo curarci quando ci ammaliamo, capitemi bene! Cristo ha affrontato il suo viaggio verso Gerusalemme a testa alta e chiede anche a noi di fare altrettanto stando dietro di Lui senza perderlo di vista un attimo.

Signore Gesù è difficile per noi uomini pensare come pensi te. Però abbiamo la possibilità di tentare di imitarti anche se spesso non capiamo dove ci stai portando. 
Signore Gesù con troppa facilità rimango accecato dal qual poco sapere su di te. Talmente accecato che mi gonfio di orgoglio e rischio di sostituirmi a te. Aiutami ad aumentare giorno dopo giorno l'umiltà. Aiutami a comprendere che il sapere su di tè non è mai abbastanza per poterti imitare al meglio.
Signore Gesù manda il tuo Spirito su tutti noi e in particolare su coloro che stanno soffrendo nel corpo e nello spirito. Possano veramente percepire la tua presenza e trovare in essa il coraggio per sentirsi persone con un'alta dignità. Abbiano il coraggio di affrontare questa prova a testa alta e senza rimpianti.
Amen.

Commenti

Post popolari in questo blog

Un CUORE che arde d'Amore!

Tu vali molto di più!

La pazzia ... primo passo verso la Fede