San Nicola da Tolentino


10 settembre 2012
San Nicola da Tolentino
Barzizza
Sir 51,12-20 ; Sal 18 ; Rom 1,9-18 ; Lc 10,1-8
In questa giornata facciamo festa in ricordo di un grande santo. Ma cosa insegna oggi a noi questo ricordo. O meglio, perché oggi lo vogliamo ricordare?
C'è una immagine che mi piace parecchio: l'immagine di una grande casa. Ci sono le fondamenta, sopra le fondamenta ci sono i muri del pian terreno, e poi quelli del primo piano e così via fino al tetto. Cosa significa questo? Se è vero che tutte queste parti insieme formano la casa, è altrettanto vero che queste parti non si possono confondere tra di loro perché non hanno la stessa funzione.
Gesù è il fondamento della Chiesa di cui anche noi facciamo parte, lui ha chiamato i primi dodici apostoli come mura del pian terreno, e sopra di essi ha poggiato i 72 inviati, anch'essi apostoli in quanto inviati. E poi via via con tutti gli inviati della storia della Chiesa passando anche da S. Nicola e arrivando fino a noi oggi.
Non dobbiamo mai pensare alla chiesa come fatta dagli altri o da qualcuno del passato. Quando pensiamo alla Chiesa, nel bene o nel male dobbiamo pensare anche a noi stessi. A persone sante come Nicola e a persone peccatrici come me.
Sto dicendo tutto questo, non per fare retorica, ma per cercare di comprendere che quel mandato che abbiamo sentito fare nel Vangelo da Gesù ai settantadue è lo stesso mandato rivolto a Nicola, è lo stesso mandato rivolto a me, è lo stesso mandato rivolto ad ognuno di voi. 
Ognuno di noi, nel proprio stato di vita deve cercare di incarnare questa missione speciale che Gesù ci ha offerto.
Vediamo quindi di comprendere quali sono gli estremi di questo mandato e poi ad ognuno di noi il compito di declinarli nella propria esistenza.
Li inviò due a due” 
è bello vedere che non siamo mai soli a testimoniare Gesù. O così dovrebbe essere. Certo che per noi è più semplice fare tutto da soli, facciamo prima, ma siamo credibili? Noi dobbiamo testimoniare la gioia di stare insieme, l'amore reciproco. Come possiamo farlo da soli? E poi c'è anche tutto un significato simbolico di non poco conto: la coppia è il principio di molti, il seme di una comunità! 
Allora proviamo a chiederci: Quanto riesco a mettermi in gioco per collaborare, nelle mie giornate, con la comunità in cui vivo? Sono una palla al piede per i miei sacerdoti? Per tutti gli altri collaboratori della parrocchia? Quale contributo potrei portare alla mia comunità?
li invio … davanti a se
Gesù ci invia a preparargli ala strada. Non dobbiamo andare per testimoniare chissà chi, o per promettere chissà che cosa, noi dobbiamo solo annunciare che Lui sta arrivando, dobbiamo spalancare i cuori, scaldare le assemblee, illuminare le piazze perché tutti possano accorgersi di Lui.
Certo che per riuscire a fare questo devo essere convinto in prima persona che questo sta per accadere, che sto parlando non di qualcuno vissuto 2000 anni fa ma del vivente, di colui che da un momento all'altro sta per arrivare: “Vegliate perché non sa8pete il giorno né l'ora” (Mt 25,13) ma “il figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8) 
Dipende da noi, da come gli spianiamo la strada. Dobbiamo imparare a non parlare più di noi stessi ma solo di Lui. Perché come ci insegna S. Giovanni “Lui deve crescere; io, invece, diminuire.” (Gv 3,30)
Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”
è la sua missione, come Lui, sprovveduto in mezzo ai ladroni, anche noi siamo chiamati a resistere alle tentazioni del mondo. Essere come agnelli in mezzo ai lupi significa accettare di essere esposti ai maltrattamenti e indifesi negli attentati. L'agnello è mite e mansueto. È utile all'uomo tanto da vivo quanto da morto. Da vivo dona latte e lana, da morto pelli e carne. Il Cristiano, come Cristo, è prezioso al mondo tanto da vivo quanto da morto. Da vivo predica la Parola di Dio e mostra con la sua vita la via della santità, da morto intercede per coloro che lo invocano e resta nella memoria come la possibilità per raggiungere la meta.
Una vita difficile ma non impossibile. Il Signore Gesù non ci ha presi in giro, non ci ha mostrato un percorso pieno di riconoscimenti, poltrone d'onore e banche piene di soldi, ma con fin troppa schiettezza ci ha mostrato un sentiero stretto, faticoso, pieno di trappole e di inganni. È vero che ce lo siamo trovati addosso con il battesimo (bella fregatura uno potrebbe dire). Ma è altrettanto vero che chi ce lo ha messo addosso credeva fermamente in ciò che ci stava donando (almeno spero). E comunque oggi noi siamo qui per riconfermare ancora una volta l'adesione a quella chiamata che giorno dopo giorno il Signore rinnova personalmente ad ognuno di noi.

San Nicola, come me sai benissimo quanto è difficile essere apostoli di Cristo in questo mondo. Tu però per me oggi sei l'esempio che, nonostante le fatiche e le tentazioni che ci circondano, è possibile arrivare alla grande meta della santità.
San Nicola, come intercedesti per tutti coloro che si rivolgevano a te in confessione anche io quest'oggi mi rivolgo fiducioso alla tua supplica certo che la puoi deporre ai piedi santissimi dell'unico maestro Gesù. Aiutami ad abbandonare me stesso per testimoniare solo Lui che mi sta chiamando. Sostieni nelle tentazioni della carne e dello Spirito. Mantieni il mio cuore sempre vigile per non lasciarmi ingannare dal Nemico. Che il tuo esempio sia per me stimolo nei momenti di sfiducia e guida nei momenti di perdizione.
Signore Gesù, per intercessione di San Nicola da Tolentino, ti imploro: manda il tuo spirito su ognuno di noi affinché possiamo, ognuno nella sua specifica vocazione, testimoniarti a quella piccola parte di mondo che incontriamo ogni giorno sulla nostra strada. Aiutaci a metterci sempre in dialogo con la tua Chiesa ed in sintonia sempre più perfetta con te che ne sei il capo. Il tuo Spirito ci confermi nella comunione di tutti i santi di cui anche san Nicola già ne gode beato.
Amen

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