La fede va vissuta anche nei momenti di dolore


2Cor 12,7B-10 ; Sal 33 ; Gv 19,25-27

Dieci anni fa con l'UNITALSI ho fatto il pellegrinaggio a Lourdes. Di questo viaggio la cosa che più mi porto nel cuore sono le parole che don Pelis, cappellano della basilica di Lourdes disse a tutti gli ammalati radunati davanti alla grotta. Era il primo giorno della nostra permanenza e disse: “Voi siete qui per chiedere il miracolo della guarigione, ricordate però che l'unica guarigione importante per la quale vale la pena pregare è quella dello spirito, se poi il Signore per intercessione di Maria ci donerà anche quella del corpo è un di più che ci viene donato gratuitamente”.
Quando mi trova di fronte a degli ammalati ricordo sempre questo evento perché la nostra debolezza umana ci fa perdere il senso profondo della nostra esistenza e ci fa fermare alla superficie delle cose.
Il Vangelo proclamato questa sera ci aiuta a contemplare un momento difficile della vita di Maria. La scena di questa madre, devastata dal dolore sotto il patibolo del proprio figlio. Dove trova il coraggio per non mollare tutta la sua fede? Dove trova il coraggio per mettersi un'altra volta nelle mani di Dio?
Di Maria sappiano che sin da giovane era una innamorata della parola di Dio. È proprio questa parola che le ha dato il coraggio di accettare la proposta di Dio di divenire la Madre del suo creatore. È sempre questa Parola che l'ha accompagnata per le vie di Gerusalemme al seguito di questo figlio particolare e un po' rivoluzionario. È sempre quella Parola che l'ha sostenuta durante la Pasqua del suo Signore.
Maria oggi ci consegna una lezione grande come la nostra vita: Non dobbiamo aspettare i momenti di sofferenza per rivolgerci a Dio ma tutta la nostra vita deve crescere in Sua compagnia. Proviamo a pensare se un amico mi chiama solo nei momenti in cui deve chiedermi qualche cosa e non si accorge mai della mia presenza e dei favori che gli sto facendo. Quanto dura questa amicizia?
In realtà penso che non sia mai iniziata. Con il Signore spesso e volentieri facciamo così: finché le cose vanno bene non ho bisogno di Lui, ma appena cominciano ad inclinarsi … beh allora comincia a chiedere di aiutarmi!
Il Signore Gesù non è una macchinetta delle bibite nella quale introduco un Pater Ave Gloria e acquisto la grazia richiesta. Il Signore Gesù è un amante da frequentare ogni istante della vita, un amante che vuole amarmi sempre, un amante che non mi lascerà solo nei momenti di dolore, ma mi accompagnerà nel silenzio rispettoso di chi sa cosa significa soffrire.
Guardiamo la croce!
Sulla croce troviamo tutta la Trinità. Abbiamo un Figlio che soffre, abbiamo un Padre che, impotente a ciò che sta accadendo, nel silenzio accompagna il figlio morente (proprio come ogni genitori accanto al letto di un ospedale). E proprio questo silenzio dice la presenza di un grande amore, quello Spirito che unisce Padre e Figlio in un unico mistero d'Amore.

Signore Gesù, sono debole e nella mia debolezza sono sempre tentato. La tentazione più grande è quella di pensarti lontano, di sentirmi abbandonato. La domanda più frequente è: ma dove sei Gesù nel momento del bisogno?
Eppure in tutti gli altri momenti, momenti in cui tutto scorre liscio, non sento la necessità della tua presenza, anzi spesso e volentieri mi batto sulle spalle e mi dico che sono proprio bravo a sostenere le fatiche della vita.
Che contraddizione!
Signore Gesù aiutami ad affiancarmi all'esempio di Maria e di Paolo. Fa che anche io come Paolo possa dire nel profondo del mio cuore: “Mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte”. Certo Gesù, è proprio la mia debolezza che mi rende forte, perché proprio nella debolezza posso fare esperienza della tua mano che mi accompagna e che non mi lascia solo.
Signore Gesù, il tuo Spirito sia compagna instancabile delle mie giornate, quelle faticose e quelle gioiose. Sia la forza per affrontare i momenti di difficoltà e la gioia dei momenti di serenità.
Amen

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