La fede un dono da accogliere nella Chiesa


At 2,1-11 ; Sal 149 ; Lc 24,46-53

Aver fede nel Dio di Gesù Cristo, è un atto della libertà di ogni singolo Credente. Perché se è vero che il dono d'Amore di Dio ci raggiunge tutti allo stesso modo, è altrettanto vero che ognuno di noi è libero di accoglierlo o meno. E come ogni cosa che liberamente accettiamo, anche l'accoglienza della fede esige una responsabilità sociale. Uno non può dire “ho fede ma la mia fede la uso solo nella mia casa, nelle mie quattro mura domestiche”. Se fosse così forse quell'uomo non crede così pienamente in ciò che dice di professare. La fede va accolta nella pienezza della propria esistenza e quindi va vissuta in ogni luogo della propria vita sociale come privata.
Ecco perché gli apostoli, nel giorno di Pentecoste non hanno potuto gioire rinchiusi nelle quattro mura del cenacolo. Finché non hanno accolto pienamente il dono della fede, il loro atteggiamento era quello di chi ha paura di fare una brutta fine: porte sprangate, volti coperti, parole misurate. Non è stato facile neppure per loro essere seguaci di Gesù soprattutto quando Lui è sparito dai loro occhi perché morto su un patibolo come il peggiore dei malfattori. Hanno avuto bisogno di una scossa. Gesù lo aveva promesso: non vi lascio soli “io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti dall'alto”.
Lui se ne va e lascia un vuoto. Un vuoto fisico ma soprattutto un vuoto che dice impotenza, fallimento.
Ma poi ecco che arriva ciò che aveva promesso e il cuore degli apostoli si allarga a dismisura. Ora non hanno più paura. Sembra che quel coraggio che Gesù dava loro a parola qualche tempo prima ora lo possano sentire pienamente aver origine dal centro del loro cuore. Ed ecco che non stanno più nella pelle, devono spalancare le porte e buttarsi in mezzo alla folla e dire apertamente tutto ciò che fino a qualche istante prima avevano tenuto nascosto.
Anche noi siamo ripieni di Spirito santo, sin dal giorno del nostro battesimo. Ma quanto lo lasciamo agire? La mia fede è qualcosa solamente di personale o riesco, seppur con fatica, a sentirmi parte di una Chiesa peccatrice perché composta da uomini come me ma allo stesso tempo santa perché governata da Cristo stesso che ha dato la sua vita per i miei peccati? E ancora: quale coraggio ho di dire la mia fede? O meglio: con quali sentimenti esprimo il mio essere di Cristo?

Signore Gesù, spesso mi sento solo, non perché tu non ci sei, ma perché voglio fare di testa mia, perché faccio prima a fare le cose da solo che aspettare di accordarmi con i fratelli, perché faccio le coso in modo quasi istintivo e non aspetto invece il tuo prezioso consiglio. Faccio le cose da solo e poi mi lamento che nessuno mi aiuta, che Tu non mi affianchi!
Signore Gesù, in me so che conservo una energia divina, il tuo Spirito. Un dono che abbondantemente mi ha raggiunto un giorno parecchi anni fa. Eppure a volte ho come la sensazione che quel pacchetto regalo, che in origine luccicava con il suo fiocco dorato, sia depositato in un angolo nascosto del mio cuore a prendere polvere.
Signore Gesù aiutami ad aprire quel prezioso pacco regalo, aiutami a lasciarmi usare dal suo divin contenuto.
Fa che il sentirmi parte preziosa della Chiesa non sia un peso ma una occasione preziosa per crescere in compagnia di tanti fratelli che, seppur con difficoltà, camminano accanto a me per raggiungere il premio della santità.
Amen

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