Coccolati da Gesù


23 settembre 2012
XXV domenica T.O. - B
Sap 2,12.17-20 ; Gc 3,16-3,3 ; Mc 9,30-37
In questa 25^ domenica del tempo ordinario, pasqua della settimana, la parola di Dio ci offre un bel quadro da contemplare: Gesù con i discepoli che camminano per una via, in particolare per la via che va da Cesarea di Filippo a Gerusalemme.
Perché ho detto che è un bel quadro da contemplare? Perché quando si parla di via mi viene in mente quella via un po' particolare che è la nostra vita. E ciò che succede su quella strada verso Gerusalemme è ciò succede nella nostra vita. Gesù cerca di spiegare ai suoi discepoli che sta arrivando il momento in cui verrà consegnato. Non è la prima volta che si affronta questo tema, ma la reazione dei discepoli dice ancora quanto non sono pronti a questo. 
Gesù parla loro e loro si azzittiscono, non sanno cosa dire. È il silenzio di chi ha paura ad esprimere il suo parere perché sa di non sapere ed ha paura di fare brutta figura. Ma è anche il silenzio di chi non condivide ciò che si sta dicendo ma non può esprimere il suo parere perché … beh abbiamo già visto cosa è successo a Pietro quando ci ha tentato! Noi camminiamo per via con Gesù, Lui cerca di spiegarci il suo Amore (perché altro non è questo suo lasciarsi consegnare) e noi … non capiamo o non vogliamo capire, è una cosa difficile da comprendere questo Amore, è un qualcosa che facciamo veramente fatica ad immaginare, figuriamoci a viverlo.
Allora ci distraiamo e proviamo a pensare e a discutere tra noi di qualcosa che invece ci viene molto bene: “Chi sarà il più grande? Il migliore?” Gesù ci mostra la strada dell'umiliazione e noi percorriamo la strada dell'egoismo e del protagonismo! Lui cerca di farci vedere come ci si dona agli altri e noi pensiamo a come sottomettere gli altri. 
Ecco che, non riuscendo a farci capire la teoria, Gesù inizia a dare una dimostrazione pratica. Sarà però solo durante l'ultima cena che mostrerà pienamente il significato di questo consegnarsi/lasciarsi consegnare con il gesto della lavanda dei piedi e, ancora più profondamente, col gesto dello spezzare il pane. Gesù ora prende un bambino e lo prende in braccio. Pre fare questo deve abbracciarlo e sollevarlo davanti a tutti. La debolezza di questo bambino è la sua forza. Il suo bisogno di amore e accoglienza è la sua vera dignità di figlio di Dio. Gesù ci mostra come accostarci a Lui, ci mostra come questo bambino nella sua semplicità si lascia fare, si fida, si affida.
Gesù chiede ai suoi discepoli proprio questo atteggiamento nei suoi confronti, l'ha chiede a loro 2000 anni fa,lo chiede a noi oggi.

Gesù non è facile lasciarsi prendere in braccio da te. Non è facile oggi come non lo è mai stato nella storia dell'uomo. Però tu oggi mi insegni che è l'unico modo per essere risollevato da terra, da tutte le fatiche che la vita ci mette sulla strada. Stare in braccio a te significa anche lasciare da parte il mio orgoglio, la mia testardaggine e il mio desiderio di arrivare ovunque da solo. 
Anche oggi mi proponi la tua strada, è faticosa e tu non me lo nascondi. Donami il tuo santo spirito perché possa seguirti passo dopo passo con la tua stessa forza. Il tuo Spirito sai per me il coraggio per affrontare i discorsi difficili che tu mi proponi lungo la via. Mi aiuti a guardare all'orizzonte senza spaventarmi.
Padre santo tu hai fatto bene ogni cosa, aiutami a sentire la tua mano forte che stringe la mia piccola mano impaurita. Aiutami a sentirti accanto quotidianamente, e non a cercarti soltanto nei momenti difficili. Insegnami a lasciarmi coccolare dalle tue paterne braccia proprio come un bimbo si lascia coccolare dalle braccia amorose della sua mamma.
Amen

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