Uniti nell'unico nome di Gesù


30 settembre 2012 
XXVI domenica del T.O. – B
Nm 11,25-29 ; Sal 18(19) ; Gc 5,1-6 ; Mc 9,38-43.45.47-48
In questa XXVI domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola di Dio ci fa riflettere sul nostro modo di essere in cammino verso l’unico nome di Gesù. 
In realtà questa riflessione si pone a completamento di quella di domenica scorsa. Infatti penso che l’immagine dei discepoli che camminano con Gesù ma non riescono a entrare nel cuore delle sue riflessioni sia come l’immagine di quest’oggi mossa dall’egoismo. 
Pietro, lo abbiamo sentito 2 domeniche fa, a preso in disparte Gesù e lo ha rimproverato perché ha annunziato la sua passione a Gerusalemme; i discepoli, settimana scorsa, hanno preferito stare in silenzio e deviare il discorso; oggi tutto scoppia e la gelosia prende piede.
Ma proviamo a fare mente locale nella storia della nostra chiesa, nella storia dei nostri modi di vivere la fede. Quella dei discepoli che si lamentano perché altri riescono a fare ciò che “solo” loro potevano fare continua a ripetersi. Lo abbiamo sentito nel libro dei Numeri ma lo leggiamo sui giornali anche oggi.
Chi siamo noi per impedire a Dio di mostrarsi agli uomini in modi diversi; chi siamo noi per impedire a Dio di parlare al cuore di chi non è battezzato; chi siamo noi per impedire a Dio di ispirare azioni buone anche a uomini che non sanno neppure come è fatta una chiesa.
Noi cristiani parliamo tanto ma se ci pensiamo siamo i primi a dare scandalo. La storia ci ha portati a separarci: cattolici, ortodossi, protestanti, anglicani. Come possiamo testimoniare l’unico Dio se noi per primi siamo separati? Come possiamo pensare che i nostri ragazzi siamo testimoni di pace e fraternità se noi per primi siamo portatori di divisioni e di egoismi?
Fortunatamente il Signore non si lascia influenzare dai nostri sragionamenti e manda uomini santi per aiutarci ad uscire dalle crisi che ci creiamo attorno. Lo è stato Mosè (abbiamo sentito la prima lettura) ma pensiamo a grandi personaggi dei nostri tempi come Madre Teresa, Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, e perché non il protestante fr. Roger di Taizé, o il Mahatma Gandhi, o Nelson Mandela o … chissà quanti ce ne sono ancora più o meno conosciuti!
Gesù ci invita oggi ad aprire gli orizzonti, ad abbattere i muri di separazione, ad alimentare la nostra ed altrui speranza. Perché siamo tutti chiamati a riconoscerci sotto quell’unico nome che compie meraviglie: il Suo nome, Gesù Cristo. 
E poi c’è un’altra questione che mi ha fatto riflettere un poco. Quando si è invidiosi di qualcuno è perché quel qualcuno riesce a fare qualcosa che noi non riusciamo. Non è che forse quei demoni scacciati da quel tale erano stati soggetto di un fallimento dei dodici? Anche per me questo diviene stimolo di riflessione: l’invidia infatti denuncia sempre impotenza. Forse Giovanni, più che rivolgersi a Gesù, avrebbe fatto meglio a farsi insegnare dall’esorcista “abusivo” il segreto. Il vero discepolo infatti ha sempre da imparare, da tutti, anche da quelli che considera “estranei”.

Signore Gesù è difficile per me accettare di dover imparare qualcosa su di te da coloro che neppure ti conoscono o ti conoscono per vie diverse dalle mie. Eppure ogni volta che faccio l’esperienza di entrare in dialogo con pensieri lontani dal mio scopro veramente quanto ho ancora da imparare!
Aiutami Gesù a non chiudermi nelle mie certezze. Lascia che il mio cuore non si lasci influenzare dalle dicerie mondane. Aiutami a percorrere la via che porta a Te.
Il tuo Spirito sia ispiratore di pace e unione. Fa che con le mie azioni e i miei discorsi non scandalizzi nessuno ma possa contribuire, nel mio piccolo all’unione di tutti gli uomini sotto il Tuo unico santo nome.
Amen

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